“Cari figli! Questo tempo è tempo di grazia e di preghiera, tempo di attesa e di donazione. Dio si dona a voi perché lo amiate al di sopra di ogni cosa. Perciò, figlioli, aprite i vostri cuori e le vostre famiglie affinché quest’attesa diventi preghiera ed amore e soprattutto donazione. Io sono con voi, figlioli e vi esorto a non rinunciare al bene perché i frutti si vedono, si sentono, arrivano lontano. Perciò il nemico è arrabbiato e usa tutto per allontanarvi dalla preghiera. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”.
Secondo quanto spiega don Livio (e anche Marija lo conferma) la Regina della Pace ha voluto sottolineare, con il suo ultimo messaggio del 25 Novembre, che il tempo di Avvento deve ritenersi un tempo speciale, di grazia, di preghiera, di attesa e di donazione.
La grazia ci dice che il Natale non è solo il ricordo della nascita di Gesù, poiché la sua nascita si rinnova (ad ogni Natale), in ogni epoca, in modo che, quel Mistero dell’uomo–Dio, possa essere “visto” da ogni essere umano. La preghiera è ciò che ci serve per fare esperienza della grazia dell’incontro col Signore e per riuscire a guardare al nostro cuore e ad accorgerci delle tracce del male, che vanno annientarle.
Il nostro cuore dovrebbe essere così puro da costituire la culla del Bambino Gesù, mentre l’attesa (non solo del Natale, ma del nostro dell’incontro con Gesù alla fine dei tempi) dovrebbe spingerci a cercare quell’abbraccio di Cristo, che la Vergine ci ha promesso.
E’ per questo motivo che la donazione -intesa come il rendersi disponibili ad accogliere Gesù- ci preparerà a sentimenti di bontà, di perdono e di condivisione verso gli altri; gli altri in cui ritroviamo colui che amiamo più di ogni altra cosa: Gesù.
Marija sottolinea anche che il messaggio del Natale non deve essere solo personale, ma familiare, come la Sacra Famiglia ci mostra. Il nostro tempio di Avvento dovrebbe essere utilizzato per ritornare alle tradizioni, che esprimono il vero senso di ciò che stiamo commemorando.
Marija racconta della Santa Messa che, un tempo, si celebrava, al suo Paese, proprio all’inizio dell’Avvento. Veniva celebrata all’alba, in una chiesa illuminata solo dalle candele, per attendere la luce del Signore che arriva; che sta arrivando nei nostri cuori. Oggi, sono poche le volte in cui le famiglie pregano unite, ma, in questo periodo, potrebbero preparare insieme il presepe, come simbolo della unione familiare nella fede.
Marija ricorda che, anni fa, la Madonna aveva chiesto un fiore, da portare al presepe, come segno del cuore che ognuno donava al suo Figlio. E fu difficile trovarne uno; andarono anche in paesi lontani per cercarli, in quanto, col regime comunista dell’epoca, gli unici fiori in vendita erano i garofani rossi.
Loro non si arresero e riuscirono a portare a termine quella missione. Il presepe, anche oggi, dovrebbe essere distintivo di ogni famiglia cristiana, che vuole “segnare” la sua casa con la presenza di Dio.
Nell’ultimo messaggio, la Regina della Pace parla anche del bene che non dobbiamo smettere di propagare, anche quando ci sembra non abbia effetto. L’effetto ci sarà e consisterà nel mutamento delle nostre azioni sbagliate, nel diventare pronti ad interrogarsi sulla fede e a contagiarla agli altri.
Questo comportamento contribuirà a placare il male dilagante e questo farà certamente alterare il demonio, ma sarà il segno che siamo sulla buona strada, quella della luce. La Mamma celeste ci ringrazia, ad ogni messaggio, dicendo: “Grazie, per aver risposto alla mia chiamata”, perché ripone in noi fiducia e presuppone che l’abbiamo ascoltata e accolta nei nostri cuori, nelle nostre famiglie.
Don Livio e Marija concludono il commento con la recita del Magnificat e la benedizione del sacerdote.
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Fonte: RADIO MARIA
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