Don Renzo Lavatori commenta, per La Luce di Maria, l’ultimo messaggio del 2 febbraio 2019 da Medjugorje.
Don Renzo Lavatori, nasce a Monte Roberto (AN) è laureato in Teologia dogmatica, nonché membro della Pontificia Accademia Teologica. Sono molte le cariche da lui ricoperte tra cui quelle di docente di Teologia dogmatica, alla Pontificia Università Urbaniana di Roma, docente presso l’ISSR dell’Apollinare dell’Università della Santa Croce, docente presso l’Ecclesia Mater del Laterano per la teologia ai laici del vicariato di Roma. Autore di molti testi e conduttore di insegnamento teologico a Radio Maria, ci aiuta a comprendere l’ultimo messaggio della Regina della Pace da Medjugorje.
“Cari figli! L’amore e la bontà del Padre Celeste vi danno rivelazioni che fanno sì che la fede in voi cresca e si comprenda, e vi porti pace, sicurezza e speranza. Così anch’io, figli miei, per mezzo dell’amore misericordioso del Padre Celeste sempre e nuovamente vi mostro la strada verso mio Figlio, verso la salvezza eterna. Però, purtroppo, molti miei figli non vogliono ascoltarmi, e molti miei figli dubitano. Però io, io sempre in ogni tempo, ho magnificato il Signore per tutto ciò che ha fatto in me e per mezzo di me. Mio figlio si dona a voi, spezza il pane con voi, vi dona le parole della vita eterna, affinché le portiate a tutti. Voi, figli miei, apostoli del mio amore, di cosa avete paura quando mio Figlio è con voi?
L.d.M. – Caro don Renzo, eccoci a rileggere con lei l’ultimo messaggio che la Regina della Pace ha lasciato a Mirjana lo scorso 2 febbraio. Un messaggio che è un po’ una tirata d’orecchi. Cosa vuol dirci la nostra Mamma Celeste?
D.R.L. – Sicuramente, la Madonna non si è mostrata felice di come ci stiamo comportando. In questo messaggio, c’è infatti un tema centrale che può essere indicato con questi termini: il cammino cristiano con Maria, ed abbraccia quattro parti: 1. L’amore e la bontà del Padre celeste; 2. La missione materna di Maria; 3. Vivere il Vangelo con il cuore; 4. Difendere e testimoniare la verità.
L.d.M. – Don Renzo, entriamo dunque nel messaggio. Come inizia il suo discorso Maria?
D.R.L. – La Vergine inizia rivolgendo il suo sguardo e il suo pensiero a Dio Padre: “Cari figli, l’amore e la bontà del Padre celeste danno delle rivelazioni che fanno sì che la fede cresca, venga spiegata, porti pace, sicurezza e speranza”. Con queste parole Ella indica che la fonte di ogni vero bene, a qualsiasi livello, sta proprio nel cuore del Padre, che effonde il suo amore verso di noi suoi piccoli e deboli figli. Il suo grande e potente amore costituisce la sorgente che porta guarigione alle ferite del nostro cuore e ci apre l’animo verso una speranza viva e soprattutto dona un rafforzamento della fede. Sapere che un tale benevolo e provvidente Padre ci accoglie e ci ama teneramente come suoi figli, offre alla nostra debolezza un forte sostegno e una sicurezza psichica e spirituale che si estende poi ai nostri rapporti verso gli altri, in una libera e benefica espansione sociale e fraterna.
L.d.M. – Tante volte cadiamo e sentiamo la nostra fede venir meno. Come possiamo rafforzarla e seguire la giusta strada senza perderci?
D.R.L. – La Vergine ci risponde ricordando che lei per prima segue gli stessi passi del Padre, mostrandosi a noi quale Madre premurosa e generosa: “Così anch’io, figli miei, per l’amore misericordioso del Padre celeste, vi mostro sempre di nuovo la via a mio Figlio, all’eterna salvezza”. L’aspetto di rilievo è dato dal fatto che Ella fa capire a noi suoi figli che la strada da percorrere è una sola: seguire fedelmente e docilmente il Figlio, la sua Parola vitale, fissando il nostro sguardo, particolarmente il nostro cuore, su di Lui che ci rivela precisamente la verità e l’amore dolcissimo di suo e nostro Padre. Per questa ragione non dobbiamo mai distaccarci da Gesù, ma essere sempre avvinti a Lui, come i tralci alla vite, i rami all’albero.
L.d.M. – Ma questo non è un tema abbastanza ricorrente in molti messaggi?
D.R.L. – Questo pensiero ritorna insistentemente nei messaggi mariani, come fosse l’assillo del suo Cuore materno. Ma noi ascoltiamo le sue pressanti parole? Le facciamo nostre? Le viviamo in modo che divengano anima della nostra anima? E Gesù è veramente la persona a cui mostriamo tutto il nostro affetto e nelle cui braccia ci abbandoniamo fiduciosamente? Purtroppo, noi dobbiamo riconoscere sinceramente che non ce ne curiamo e andiamo dietro ai nostri progetti meschini, immersi come siamo nella mentalità mondana: “Purtroppo, però, molti miei figli non vogliono ascoltarmi. Molti miei figli esitano”. Parole amare e deludenti per la Madre nostra!
L.d.M. – In questa suo profondo dolore, cosa fa e cosa ci esorta a fare Maria?
D.R.L. – La Vergine, a questo punto, apre il suo animo e dichiara il suo stile di vita spirituale: “Però io, io, nel tempo ed oltre il tempo, ho sempre magnificato il Signore per quello che ha fatto in me e per mezzo di me”. La sua caratteristica fondamentale sta precisamente nel volgere il suo sguardo filiale e umile verso il Padre celeste, glorificando la bontà di Dio nei suoi confronti. Veramente Lei è la creatura che, più di ogni altra, è stata avvolta e ricolmata dalla grazia divina in pienezza, per essere resa degna di diventare la Madre del Figlio di Dio incarnato. Ciò Ella lo dice per stimolare il nostro modo di procedere nel cammino cristiano: la prima cosa da mettere nei nostri impegni quotidiani sta nella lode e nel ringraziamento al Padre misericordioso, che riversa su di noi il suo amore immenso e sconfinato.
L.d.M. – Perché per noi è così difficile farlo?
D.R.L. – Siamo così distratti, dei figli ingrati. Facciamo fatica ad esprimere con semplicità filiale il nostro grazie al Padre buono e pietoso. In fondo, anziché vivere la sua presenza paterna in noi, lo consideriamo un essere lontano e distaccato, riverso su se stesso e dimentico dei suoi figli abbandonati nelle loro difficoltà. Come siamo insensibili e duri di cuore! Poi ci lamentiamo che Egli non ci ascolta e ci lascia da soli a tribolare, mentre siamo noi che ci dimentichiamo di Lui e viviamo non come figli amorevoli e affettuosi, ma sbadati ed egoisti, irriconoscenti e irriverenti.
L.d.M. – Come si pone la Madonna davanti a questo nostro atteggiamento da ingrati?
D.R.L. – La Vergine continua a ricordare gli interventi divini per farci comprendere le azioni che suo Figlio compie, a totale nostro vantaggio e per il nostro bene: “Mio Figlio si dona a voi, spezza il pane con voi, vi dona parole di vita eterna perché le portiate a tutti”. Lui ci nutre del suo Corpo e del suo Sangue versato sulla Croce, ci conforta e ci illumina con la sua Parola di vita e di luce eterna, per renderci testimoni veraci del suo amore e della sua verità. Ma anche in questo caso restiamo ingrati e chiusi nel nostro egoismo, privi di affetto e docilità nei suoi confronti: “E voi, figli miei, apostoli del mio amore, di cosa avete paura, se mio Figlio è con voi? Mostrategli le vostre anime. Affinché Egli possa essere in esse e possa rendervi strumenti di fede, strumenti di amore”.
L.d.M. – Questo è un richiamo forte per noi cristiani, giusto?
D.R.L. – Certamente, la Madre ci richiama di nuovo a svolgere i nostri compiti di cristiani, per essere ricolmi dell’amore verso il Figlio e di una estrema gratitudine verso di Lui. Noi invece abbiamo paura, nel senso che ci sentiamo soli, privi del suo aiuto e della sua grazia, mentre Lui è sempre con noi. Dove sta la nostra fede e fiducia in Gesù? La Vergine non ha torto a farci riflettere seriamente e serenamente sul nostro modo di essere e vivere da veri e convinti cristiani.
L.d.M. – Don Renzo, cosa vuol dunque dire vivere il Vangelo con il cuore?
D.R.L. – La Vergine ce lo dice, esprimendosi in modo semplice ma profondo, con un linguaggio vivo e incisivo: “Figli miei, vivete il Vangelo vivete l’amore misericordioso verso il prossimo; ma soprattutto vivete l’amore verso il Padre celeste”. Cosa significa vivere il Vangelo? In senso generico vuol dire: mettere in pratica quello che è scritto nel Vangelo.
L.d.M. – Come?
D.R.L. – Occorre tener presenti due aspetti essenziali: anzitutto per praticare il Vangelo si richiede che esso sia ascoltato, accolto dentro di noi, meditato, compreso nel suo valore più vero e giusto. In altre parole, significa farlo proprio, assimilarlo in maniera integrale e non prendere solo alcuni elementi che mi fanno comodo e trascurare altri che sono più scomodi. Invece tutto il Vangelo diventa vita della mia vita, nutrimento del mio essere, della mia mente e della mia volontà. Da qui deriva il secondo aspetto che consiste nel travasare il Vangelo meditato nelle azioni quotidiane della nostra esistenza, sia per quello che facciamo per noi, sia per quanto facciamo agli altri e anzitutto a Dio Padre. In fondo, il Vangelo non è altro che la Parola di Dio incarnata, cioè Cristo Signore in persona. Ne segue che vivere il Vangelo comporta vivere Cristo, cioè in Cristo, con Cristo e per Cristo, in ogni momento, sia bello sia brutto, sia gioioso sia doloroso.
L.d.M. – Quindi, riprendendo la famosa frase di San Giovanni Paolo II, “Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo”.
D.R.L. – Certamente, Gesù deve occupare tutto il nostro modo di comportarci, mettersi al nostro fianco e dentro di noi, cosicché Egli viva e operi in noi e attraverso di noi. Tra Lui e noi si stabilisce un rapporto così stretto e vitale, che Gesù e ciascuno di noi formiamo un solo Spirito di verità e di amore. Come Lui ha amato il Padre suo, così anche noi dobbiamo amare il Padre nostro; come Lui ha agito verso gli altri, così anche noi dobbiamo fare.
L.d.M. – Lui e noi, o meglio Lui e io: come sono legate tra loro queste due persone?
D.R.L. – Restiamo due persone distinte, io e Lui, ma uniti spiritualmente, in modo da condividere sentimenti, pensieri, atteggiamenti, intenzioni, progetti, scelte in perfetta sintonia. In questo consiste vivere il vangelo, come la Madonna afferma: “Figli miei, non siete uniti per caso. Il Padre celeste non unisce per caso. Mio Figlio parla alle vostre anime, io vi parlo al cuore”. Le ultime parole sono di una stupenda bellezza, facendo intendere che il nostro cuore viene irrorato e illuminato da Gesù e da Maria. Non siamo più da soli, nel nostro esistere e operare, ma con noi ci sono sempre loro, il Figlio e sua Madre. Naturalmente, si richiede una intensa comunione tra il mio piccolo e debole essere e il loro essere santo e luminoso. Una mirabile effusione tra il loro Cuore e il mio cuore. Che cosa di più affascinante e fruttuoso?
L.d.M. – A questo punto, dopo le meravigliose rassicurazioni sul fatto di non essere soli, ma di essere sempre supportati da Gesù e Maria, quale deve essere il nostro agire da cristiani?
D.R.L. – Questo è l’ultimo aspetto del messaggio: “Come Madre vi dico: incamminatevi con me! Amatevi gli uni gli altri, testimoniate! Non dovete temere di difendere col vostro esempio la verità e la Parola di Dio, che è eterna e non cambia mai”. Ciò costituisce, come il sigillo del suo discorso, la conclusione chiara e impegnativa, nel senso che, stando assieme a Gesù e a Maria, noi ci incamminiamo sulle strade del mondo, sorretti e guidati da loro. Così soltanto possiamo essere testimoni efficaci, facendo presa nell’animo di fratelli e sorelle che incontriamo ogni giorno e con i quali ci troviamo assieme.
L.d.M. – Senza quel senso di paura del sentirsi soli in mezzo agli altri?
D.R.L. – Non dobbiamo avere paura, ma essere coraggiosi e costanti nel porgere agli altri lo stesso amore e la stessa verità che è entrata in noi: “Figli miei, chi opera nella luce dell’amore misericordioso e della verità è sempre aiutato dal Cielo e non è solo”. Non siamo mai soli. Questa certezza ci dona un incentivo energetico per non cadere nella solitudine e mestizia, ma per essere fiduciosi e audaci nel relazionarci con il nostro prossimo. Con un tale equipaggiamento possiamo veramente non temere, né restare confusi e inoperosi.
L.d.M. – Come ci saluta a questo punto la Mamma Celeste?
D.R.L. – La Vergine si congeda con una delicata espressione di affetto nei nostri confronti: “Apostoli del mio amore, vi riconoscano sempre fra tutti gli altri per il vostro nascondimento, l’amore e la serenità. Io sono con voi”. Che vogliamo di più? A noi spetta il compito delicato e prezioso di trasfondere nell’umanità, così dolente e bisognosa di conforto e verità, quello stesso amore e quella stessa verità che il vangelo ci ha donato e che la Vergine ci ricorda.
Come consuetudine Don Renzo ci ha voluto donare, dopo l’interpretazione teologica di questo messaggio da Medjugorje del 2 Febbraio 2019, ancora una bellissima preghiera che vi invitiamo a recitare con fede e cuore aperto.
O Madre cara, quanto sei buona e provvida verso di noi, misere creature che tu chiami figli tuoi. Nelle tue parole hai ripetuto numerose volte questo appellativo dolcissimo “figli miei e miei apostoli”. Eppure ci hai fatto capire che noi siamo tardi a credere e duri di cuore. Perdonaci e abbi pietà di noi, o Madre clemente e pia! Spesse volte facciamo i sordi per non volerti ascoltare e anche i muti per non essere tuoi testimoni evangelizzatori. In forza delle tue parole giuste e sagge, per la tua presenza perseverante in mezzo a noi, noi restiamo sorpresi e meravigliati, insieme contenti e felici delle tue cure materne instancabili. Ci chiediamo per quale ragione Tu sia così premurosa e solerte nei nostri confronti. Non troviamo altra risposta che il tuo amore grandissimo per tuo Figlio Gesù e che tu vuoi inculcare al nostro cuore. Ebbene, ti promettiamo con tutta la nostra forza di volerti ascoltare per essere anche noi colmi di amore verso di Lui assieme con te, Madre nostra, e con il tuo aiuto. A Cristo Gesù eleviamo con tutto il cuore, la nostra gloria, onore e gratitudine, il nostro totale amore, ora e sempre nei secoli. Amen
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