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Un altro suicidio nel mondo del Rock, queste morti inspiegabili devono aprirci gli occhi

La musica a volte salva, a volte uccide -potremmo dire. Troppo spesso, nel corso di questo secolo, abbiamo sentito di cantanti, soprattutto rock e generi affini, che non hanno potuto godere di una morte naturale.

Tanti sono le Stars di questo genere musicale, spesso molto singolare, dal sound aggressivo, nonostante i testi leggeri o sentimentalmente evocativi, che terminano la loro vita in circostanze alquanto “strane”, così come hanno passato -del resto- la loro esistenza.

E tutte le volte ci si chiede il perché; se forse, dietro queste morti, ci sia una condotta o una scelta spirituale discutibile, una filosofia di vita che porta invece alla scomparsa prematura.

Questi personaggi hanno in comune sempre dipendenze da droga e alcol, combattimenti esistenziali strazianti e infiniti contro tanti disagi, spesso prodotti da un’infanzia poco felice o da altre circostanze dolorose.

Eppure sembrano avere avuto dalla vita un riscatto grandioso: fama, successo, ricchezza …

Da Elvis in poi, passando per Kurt Cobain, Michael Jackson ed Emy Winehouse, in tanti hanno lasciato un mistero inestricabile sulla loro dipartita, sugli ultimi attimi prima della fine.

E’ questa la volta di Chester Bennington, cantante dei Linkin Park, che è stato trovato impiccato nella sua villa in California. Lascia sei figli e due mogli.

Si dice soffrisse di depressione e che fosse molto amico di un altro cantante, morto suicida un paio di mesi fa, che compiva gli anni proprio il giorno del suicidio di Bennington. Di lui aveva detto: “Mi hai ispirato in modi che nemmeno puoi immaginare. Il tuo talento era puro e senza rivali. La tua voce era gioia e dolore, rabbia e perdono, amore e crepacuore, tutto insieme. Suppongo che è quello che siamo tutti. E tu mi hai aiutato a capirlo.”. Parlava di Chris Cornell, frontman dei Soundgarden.

Come sempre, milioni di fans e di estimatori del genere sono calati nello sconforto della perdita, una mancanza che non si colmerà mai e per cui certe domande rimarranno eternamente senza risposta.

Chester Bennington aveva solo 41 anni, diceva che la musica lo aveva salvato, ma forse aveva scelto il Dio sbagliato!

 

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