È accaduto di recente e passato sotto traccia. Durante un bombardamento diretto verso una nave poi affondata nelle acque, è andata sommersa una reliquia risalente nientemeno che al tempo in cui Cristo è vissuto, e forse facente parte dell’oggetto più prezioso dell’intera cristianità.
Una storia molto particolare circonda infatti queste reliquie straordinarie, una delle quali purtroppo affondata dalla follia umana e dal male che si insinua nel mondo.
Quanto sul Mar Nero l’incrociatore Moskva è stato attaccato da missili ucraini, solamente a metà del mese di aprile, nessuno poteva immaginare che cosa si stesse trasportando all’interno di quella imbarcazione. O meglio, che vi era un piccolo frammento di uno degli oggetti senza dubbio più importanti di tutta la storia cristiana, e quindi dell’intera umanità.
Al suo interno, infatti, vi era purtroppo un frammento di legno della Vera Croce, quella su cui morì Nostro Signore Gesù Cristo. La notizie è stata riferita dall’agenzia di stampa russa Tass. La storia di questo frammento è peraltro piuttosto particolare. Nel mondo esistono ad oggi missioni pezzi o frammenti della Vera Croce, a volte giudicati reali altri invece solamente presunti.
Vi sono in conventi, basiliche, spesso cappelline e realtà private, in alcuni casi microscopici, tutti considerati o presentati come frammenti del lignum crucis. Difficile tuttavia per molti di questi verificarne l’autenticità. Ce ne sono però anche alcuni giudicati come particolarmente importanti, in quanto considerati esistenti, come ad esempio quello che si trova a Roma, di ben 571 cm3, e a Venezia, di 476 cm3.
Sempre nella capitale ne esistono tre grossi pezzi custoditi a Santa Croce in Gerusalemme, oltre a due contenuti nella croce di Giustino, splendida opera di oreficeria del VI secolo esposta nel tesoro della basilica di San Pietro in Vaticano. In questo caso, il frammento sacro della Croce venne acquistato all’inizio del 2020 da un anonimo mecenate d’arte per ben 40 milioni di euro, per donarlo alla flotta russa con sede a Sebastopol, in Crimea.
All’epoca l’operazione venne annunciata dallo stesso patriarcato di Mosca. Per ospitare quel prezioso frammento fu scelto l’incrociatore missilistico Moskva, simbolo della Marina Militare russa. La reliquia in questione sarebbe un frammento di legno grande circa 2,5 centimetri, incastonato in una croce di metallo del XIX secolo che è a sua volta conservata nel reliquiario, secondo quanto affermato dall’arciprete Sergiy Khaluta, decano del distretto di Sebastopoli della Chiesa ortodossa russa.
All’interno della nave Moskva c’era infatti una cappella in cui i marinai potevano pregare, come ha spiegato il sacerdote all’agenzia stampa russa. Probabilmente la reliquia era proveniente da Costantinopoli, e aveva una storia ben precisa, legata alla madre dell’imperatore Costantino, Sant’Elena. La donna come noto si recò infatti verso il 330, all’età di 80 anni, a a Gerusalemme in cerca dei segni autentici della fede e della vita di Cristo.
La donna rinvenne proprio in quella occasione la “Vera Croce” di Gesù, in circostante miracolose secondo quanto poi narrato da sant’Ambrogio alla fine del IV secolo. Questa croce venne divisa in tre reliquie. Una rimase a Gerusalemme, anche se furono i crociati a perderla nel 1187. Un’altra finì a Roma, sfuggendo miracolosamente al saccheggio del 1527, e che oggi si trova ancora venerata nella basilica di Santa Croce in Gerusalemme.
L’ultima, infine, venne portata presso la nuova corte imperiale a Costantinopoli. Si dice che fu proprio lì che la Croce venne ridotta in piccoli frammenti per donarli o venderli. Uno di questi frammenti, purtroppo, a causa dell’odio umano e del demonio che si infila nei cuori degli uomini per corromperli, è finito in fondo al mare insieme all’incrociatore abbattuto poche settimane fa.
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