Di Geslsomino del Guercio
Cosa lega la conversione di un massone alla pratica dei “Primi venerdì” a cui sono legati i devoti del “Sacro Cuore di Gesù”? Ce lo racconta il compianto padre salesiano don Giuseppe Tomaselli nei suo libretto “Il Sacro Cuore. Mese al Sacro Cuore di Gesù”.
La pratica dei “Primi venerdì”, spiega don Giuseppe, nasce affinché le anime rendano al Signore il delicato atto di riparazione nel giorno in cui si ricorda la sua morte in Croce.
LE TRE CONDIZIONI
Le “condizioni” volute dal Sacro Cuore sono tre. 1) Comunicarsi al Primo Venerdì del mese. Non soddisfa a questa condizione chi, per dimenticanza o per impossibilità, volesse supplire in altro giorno, per esempio la domenica; 2) Comunicarsi per nove mesi consecutivi, cioè senza interruzione alcuna, volontaria o no; 3) La terza condizione, che non è detta espressamente, ma che si riduce logicamente, è: che la Santa Comunione si riceva bene.
“COMUNICARSI BENE”
Comunicarsi bene, evidenzia il salesiano, significa essere in grazia di Dio, quando si riceve Gesù attraverso l’Eucaristia. Spesso tanti fedeli, prima di comunicarsi, ricorrono al Sacramento della Confessione, per ricevere l’assoluzione dalle loro colpe. Se non ci si confessa come si deve, non si ottiene il perdono dei peccati; la Confessione resta nulla e la Comunione del Venerdì non ottiene il suo effetto, perché fatta male.
IL MASSONE MORENTE
Chi invece seguiva correttamente la pratica dei “Primi venerdì” è stata la cognata di un professore già da tempo iscritto alla Massoneria. Una persona ostile nei confronti della religione, rigido e non credente. Un giorno era sul punto della morte, racconta don Giuseppe, stava con la bombola dell’ossigeno per respirare ed il medico aveva detto: “Probabilmente domani morrà”.
L’IMMAGINE DI GESU’
La cognata, devota del Sacro Cuore, ebbe un’ispirazione: mettere un’immagine di Gesù di fronte al moribondo, attaccata al grande specchio dell’armadio. L’immagine era graziosa ed arricchita di una benedizione particolare.
“MI DISSE: SEI ANCORA IN TEMPO!”
Ciò che avvenne fu raccontato più volte dal professore: “Quella notte stavo assai male; pensavo già alla mia fine. Il mio sguardo andò a posarsi sull’immagine di Gesù, che mi stava dinnanzi. Quel bel volto si animò; gli occhi di Gesù mi fissarono. Che sguardo!… Poi mi rivolse la parola: Sei ancora in tempo. Scegli: o vita o morte! – Ero confuso e risposi: Non saprei scegliere!, – Gesù continuò: Allora scelgo io: Vita! – L’immagine ritornò allo stato normale”.
LA CONVERSIONE E I SACRAMENTI
L’indomani il massone fece la Confessione e ricevette i Santi Sacramenti. Non morì. Dopo altri due anni di vita, Gesù lo chiamò a sé. La testimonianza a don Giuseppe arrivò dalla stessa cognata che raccontò ogni dettaglio dell’incredibile conversione.
fonte: aleteia
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