San Pio da Pietrelcina, è noto per essere stato un santo dotato di carismi straordinari che gli venivano da Dio, tanto che colpiva nel cuore chiunque lo incontrava.
Una forza spirituale che emanava costantemente e che si riflette nella testimonianza dei suoi figli spirituali.
Uno dei suoi figli spirituali era Don Domenico Labellarte, originario della cittadina di Valenzano, in provincia di Bari, deceduto l’11 novembre a 100 anni in odore di santità. Don Domenico fondò l’Opera al Servizio della Divina Misericordia, e la sua vita si intrecciò in maniera particolarmente stretta a quella di Padre Pio, per un tempo pari a circa ventisei anni.
Gli scritti che riportano il messaggio profetico
Tempi di grande grazia che vennero raccontati nei suoi scritti, in cui ad esempio racconta il suo primo incontro con il Santo di Pietralcina avvenuto nel 1943. Descrivendolo un vero e proprio “abbraccio di misericordia”.
“Io dico sinceramente, Padre Pio ha valorizzato uno straccio; non avevo più salute, veramente fu un abbraccio di misericordia. Dopo l’incontro con lui cominciai a rivivere, a riprendere i miei studi”. Il secondo incontro tra i due avvenne verso Pasqua, mentre il terzo incontro ebbe luogo il 22 agosto 1943.
Padre Pio lo chiamò in disparte in una saletta e lo fece poi parlare per un’ora e mezzo circa. “Io mi vergognavo, mi facevo rosso e il Padre: Devi parlare”, racconta. Fu una lunga confessione. “Ti ho detto, mi devi parlare”, replicava però Padre Pio, come racconta Don Domenico.
Padre Pio gli mise le mani sulle spalle e lo fece parlare
“Mi mette le mani sulle spalle e, quando finisco di parlare: “Non è roba tua, viene da Dio”. Mi tranquillizzai in parte. “Guagliò, datti da fare…”. Dentro di me dissi: “Comincia la responsabilità”. Cominciai a tremare veramente. Ma, “Padre, cosa posso fare io? Lei vede come sono…””.
Tramite il Santo di Pietralcina, il Signore stava chiedendo a lui un’opera d’amore, vale a dire una “fondazione”. Così Padre Pio lo fece subito cominciare con la “Lega della Fraternità”. Ma la vicenda lo spaventava. “Padre, mi assista”, chiedeva. “Mi fa inginocchiare e mi benedice; e così, da quel momento, diciamo che è stato un cammino insieme. Senza di lui non avrei potuto far niente”.
Fu quindi attraverso Padre Pio che nacque l’opera che continua ancora oggi, in cui rientra anche la congregazione femminile delle Ancelle della Divina Misericordia, Istituto Secolare Femminile, avviato il giorno in cui Padre Pio, il 23 settembre del 1968, salì in cielo. In quei giorni era infatti in via di approvazione come anche la Famiglia Secolare Maschile.
L’ultima ispirazione fortissima davanti alla bara di Padre Pio
Fu davanti alla bara di Padre Pio che don Domenica ebbe l’ultima fortissima ispirazione. Quella cioè di completare l’opera con le Famiglie Religiose. “Metti in pratica l’amore al sacerdote, l’amore alla preghiera, l’amore alla sofferenza, l’amore al sollievo della sofferenza”, disse Padre Pio. “Questo hai imparato da me per ventisei anni. Devi dare organizzazione a tutto questo“.
Da allora subentrò nella sua opera Madre Speranza, che incitò ancora il religioso a completare la sua opera di apostolato, tanto da completare la sua opera di apostolato con altri tre istituti che ottennero l’approvazione pontificia. Vale a dire i Servi della Divina Misericordia, le Religiose di Gesù Crocefisso e gli Apostoli di Gesù Crocefisso.