Ecco che giunge un’ultima notizia, dopo le misure a danno delle opere cristiane, nello specifico, della loro disponibilità primaria, senza nemmeno offrire una spiegazione, che è confermata dalla superiora generale delle Suore Missionarie della Carità.
La mattina di Natale era giunta la comunicazione drammatica del blocco dei loro fondi.
L’attacco arrivato proprio il giorno di Natale
In tutto il mondo i cristiani nel periodo natalizio sono stati attaccati in maniera più pesante degli altri giorni, con un’escalation di violenza evidentemente rivolta a destabilizzare la fede in Cristo e i cristiani nel momento in cui ricordano la nascita del loro Salvatore. Lo stesso è accaduto in India, dove i cristiani vivono continuamente sotto la paura delle rappresaglie da parte dei fondamentalisti indù, e ora devono anche subire l’ingiusto blocco persecutorio nei confronti di una delle compagnie più famose del Paese.
Le Missionarie della Carità si sono infatti svegliate il giorno di Natale con la notizia che il governo indiano ha imposto il blocco dei loro conti bancari congelando tutti i fondi provenienti dall’estero e che sono necessarie per le loro attività primarie, compreso il sostentamenti.
Sono infatti ventiduemila nel Paese tra i dipendenti e gli ospiti delle strutture delle suore della congregazione fondata da Madre Teresa di Calcutta, che proprio nel giorno di Natale sono rimasti da un momento all’altro senza medicine e cibo.
La svolta della vicenda
Il governo indiano, dopo giorni di angoscia, ha ripristinato l’accesso ai fondi esteri delle Missionarie della Carità, e questo permetterà all’organizzazione di tornare ad utilizzare le risorse che permettono loro di vivere e di portare avanti le numerose opere di carità nel Paese. Il governo infatti aveva fermato le loro disponibilità primarie senza nemmeno offrire una spiegazione, rendendo la situazione drammatica.
Anche la governatrice dello Stato del Bengala Occidentale di cui Calcutta, sede originaria della congregazione, Mamata Banerjee aveva definito l’iniziativa a danno della congregazione, nientemeno che “scioccante”. “I 22mila dipendenti e ospiti dei centri gestiti dalle religiose sono stati lasciati senza cibo e medicine. Il rispetto della legge è fondamentale, ma l’impegno umanitario non deve essere compromesso”, ha affermato.
La cosa peggiore è che il governo non ha nemmeno specificato quale sia la legge che ha permesso il sequestro dei conti. Da giorni infatti la persecuzione è in atto, con un’inchiesta che ha portato alla condanna di suora accusata di avere adozioni illegali di bambini ospitati a Vadodara, nello stato dello Jharkhand.
Un’accusa che di fatto i fondamentalisti indù muovono continuamente verso le altre fedi e che appare più che altro come un pretesto. Nel mentre, l’attacco nella notte di Natale alla storica chiesa del Santo Redentore a Ambala, nello Stato di Haryana, dove la grande statua del Cristo è stata ridotta in frantumi, sembra un messaggio chiaro contro i cristiani.
La prima risposta delle suore che smorza i toni
“Nel considerare la richiesta di rinnovo, sono stati notati alcuni aspetti contrari e in considerazione di questi aspetti, il rinnovo non è stato rinnovato”, ha scritto il ministero indiano in una nota in cui si spiegava la condanna, senza specificare altro.
Già in passato numerose altre organizzazioni umanitarie si sono viste da un giorno all’altro gettate in una situazione di forte crisi e di impossibilità ad operare per la stessa metodica adottata dal governo, con pretesti infondati o non chiariti.
L’organizzazione cattolica in serata aveva poi diramato un comunicato in cui cerca di smorzare i toni altrimenti drammatici della vicenda, spiegando che “la registrazione al Foreign Contribution Regulation Act delle Missionarie della Carità non è stata né sospesa né cancellata”, ma che al contrario sarebbe in atto una verifica sui conti per “non aver soddisfatto le condizioni di ammissibilità”.
Infine il felice esito della vicenda con il ripristino dei fondi
“Siamo state informate che la nostra richiesta di rinnovo della registrazione al FcrA non è stata approvata”, ha spiegato la superiora, Supr Prema. “Pertanto, come misura volta a garantire che non ci siano errori, abbiamo chiesto ai nostri centri di non operare alcun conto FC fino a che la questione non si sia risolta”.
LEGGI ANCHE: L’immane tragedia avvenuta nel giorno di Natale e ignorata dal mainstream
Ora invece l’agenzia di stampa cattolica Ucanews ha spiegato che la certificazione Fcra dell’organizzazione è stata rinnovata il 6 gennaio e sarà valida dal 1 gennaio 2022 al 31 dicembre 2026. “Siamo felici e lieti che il governo centrale abbia realizzato e ripristinato la nostra registrazione Fcra. Le persone che stanno donando, sanno che questi fondi sono per i poveri. Hanno anche alzato la voce, chiedendo perché fosse successo. Sono comunque felice”, ha commentato in un primo momento Sunita Kumar, portavoce delle Missionarie della Carità.
A cui ha fatto seguito anche la conferma della superiora generale delle Suore Missionarie della Carità, suor Mary Prema. “Confermo la notizia”, sono le parole della religiosa. “Lodo e ringrazio Dio per il suo grande amore e per la cura che ha per noi e per i nostri poveri. Dio vi benedica”.