I numeri da pulizia etnica fanno venire i brividi. Solo dalla Siria e l’Iraq sono fuggiti davanti a guerre, violenze e persecuzioni 1 milione e 400 mila cristiani.
E altri rimangono intrappolati nelle regioni minacciate dalle bandiere nere, come in Kurdistan dove hanno trovato rifugio precario 120mila persone della nostra stessa fede.
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Nei campi ricavati con i container attorno ad Erbil, nel nord dell’Iraq, la speranza dei cristiani di tornare nelle loro case sulla piana di Ninive e Mosul si affievolisce con il passare del tempo. L’alternativa è vendere a prezzi stracciati le proprietà occupate dallo Stato islamico ad agenzie immobiliari senza scrupoli e compiacenti. Ed investire diecimila euro, minimo, per famiglia lungo la rotta clandestina verso l’Europa. L’alternativa più semplice e meno onerosa sarebbe quella di ottenere i visti per raggiungere l’agognato Occidente, ma le cancellerie europee concedono i permessi con il contagocce. Solo la Francia ha allargato un po’ le braccia. «Europei svegliatevi! I vostri fratelli cristiani stanno morendo. Aprite le porte e concedete alla mia gente i visti per emigrare e andarsene da questo paese orribile» esortava pochi mesi fa Douglas Bazi, prete in trincea ad Ankawa, il quartiere di Erbil che ospita i profughi fuggiti dal Califfato.
Dal 2003 sono 900mila i cristiani costretti ad abbandonare l’Iraq, antica culla della civiltà. In mezzo milione hanno lasciato la Siria. Centomila sono fuggiti solo dalla città martire di Aleppo. E altri stanno arrivando ad ondate in Europa. Lo scorso anno 42mila siriani, cristiani e musulmani, sono sbarcati in Italia attraversando il Mediterraneo. Negli ultimi mesi il grosso dei siriani è arrivato in Europa via terra lungo la rotta balcanica. Se calcoliamo che il numero totale di persone scappate dalla Siria è di 4 milioni compreso il mezzo milione di confratelli significa che 1 profugo su 8 è in media cristiano.
I tagliagole delle bandiere nere, che combattono contro il regime di Damasco non concedono alternative: o ti converti all’Islam o te ne vai, se non vieni rapito come gli oltre 200 ostaggi cristiani in mano allo Stato islamico. E se c’è un minimo sospetto che non ti opponevi al regime di Assad finisci con la testa mozzata come infedele e spia.
Secondo l’associazione Aiuto alla Chiesa che soffre i profughi cristiani in fuga verso l’Italia sono aumentati del 30% e non arrivano solo da Siria ed Iraq.
Da gennaio al 7 settembre sono sbarcati sulle nostre coste 26mila eritrei, in gran parte cristiani in fuga da una dittatura, che ha sbattuto in galera anche i preti. I migranti dall’Eritrea sono in testa alla classifica per nazionalità seguiti dai nigeriani con 12mila arrivi. I cristiani sono quelli che provengono dalle regioni del nord est infestate da Boko Haram. I seguaci con la pelle nera del Califfo, dopo aver fatto saltare in aria le chiese oltre a rapire centinaia di giovani cristiane e radere al suolo i villaggi degli infedeli si stanno espandendo anche nei paesi vicini. A fine luglio hanno decapitato 16 pescatori cristiani sulle rive del lago che confina fra Ciad e Nigeria.
I copti sotto tiro nella penisola del Sinai, infestata da bande jihadiste, fuggono dall’Egitto. Nella provincia di Minia i cristiani sono nel mirino sistematico dei rapimenti. Si calcola che gli ostaggi cristiani hanno già fruttato 16 milioni di euro in riscatti. I fedeli di Cristo arrivano in Europa anche dall’Etiopia ed in minima parte dal Pakistan, dove sono appena il 2% della popolazione.
In Libano, paese confinante preferito dai cristiani in fuga davanti alle bandiere nere, ci sono 1,1 milioni di profughi siriani. Ed in molti si stanno preparando per raggiungere il miraggio dell’Europa.
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