Abbiamo tutti necessità di un tempo per fermarci, sia per il nostro benessere fisico che per quello dell’anima, perché non solo il corpo ha bisogno di rigenerarsi, ma anche il nostro spirito.
Ci sono dei luoghi incantevoli dove è possibile ricaricarsi e riposarsi. E l’Italia ne offre tantissimi.
Un luogo di vacanza privilegiato
Un momento di vita solitaria, lontano da tutto e tutti, in particolare dal caos, è quello che ognuno di noi desidera, almeno per qualche giorno. Stare in piena contemplazione di Dio e del creato, per dare quel giusto respiro e quella pace che vorremmo trovare.
Per questo, abbiamo deciso di proporvi dei luoghi che possano definirsi sia turistici (dal punto di vista storico ed artistico), ma anche spirituale. Perché non solo il corpo ha bisogno di riposarsi, ma anche l’anima.
In montagna, in collina o al mare: ovunque purchè ci permettano di vivere la vicinanza con Dio ed esser lontani da distrazioni di ogni tipo.
L’abbazia di Santa Maria di Farfa: le origini benedettine
Oggi ci trasferiamo nell’entroterra laziale e, precisamente in provincia di Rieti, presso l’Abbazia di Santa Maria di Farfa e si trova nel comune di Fara in Sabina. E’ un monastero appartenente alla congregazione benedettina di Cassino e prende il nome dall’omonimo fiume (il “Farfarus” raccontato anche dal poeta Ovidio) che scorre poco lontano e che ha dato il nome anche al borgo adiacente all’abbazia.
L’abbazia crebbe in importanza e considerazione e ricevette elargizioni, privilegi, esenzioni, da parte di imperatori e papi, diventando così una vera potenza interposta fra il patrimonio della Chiesa ed il Ducato di Spoleto. Farfa era un’abbazia imperiale, svincolata dal controllo pontificio. Uomini colti, degni e devoti, si succedettero alla direzione dell’abbazia.
Fu fondata tra 560 e 570 da Lorenzo Siro vescovo di Forum Novum (Vescovio). Nel VII secolo il monachesimo irlandese si diffuse in tutta Italia, anche con la fondazione dell’abbazia di San Colombano di Bobbio e di Farfa, da parte dei monaci della Gallia nell’ultimo ventennio del VII secolo, preannunciò una rinascita della grande tradizione monastica in Italia.
Benedettini sono i monaci lì presenti
La “Constructio Monasterii Farfensis” racconta che il monaco franco savoiardo Tommaso di Moriana in pellegrinaggio a Gerusalemme, mentre era in preghiera davanti al Santo Sepolcro, la Vergine Maria in una visione lo avvertì di tornare in Italia e restaurare Farfa. Tommaso divenne quindi il primo abate di Farfa e diede luogo alla rifondazione della comunità monastica secondo la regola mista di san Colombano e san Benedetto, fino alla riforma generale benedettina di Benedetto d’Aniane.
L’abbazia, ancora oggi presente, si trova nel suo avere quell’atmosfera di silenzio che l’avvolge. Luogo di pace, di contemplazione e di serenità che dà ai monaci che ci vivono quel clima di profonda spiritualità per far sì che le loro giornate siano completamente dedicate, secondo la regola del loro ordine, a Dio e alla Vergine Maria.
Papi e pellegrini lì in visita
Un luogo anche di storia millenaria e di bellezze artistiche ed architettoniche. Qui sono passati re, Papi e imperatori, non in ultimo San Giovanni Paolo II, nel 1993.
Tantissimi sono i pellegrini che visitano ogni anno quest’abbazia: qui hanno la possibilità, non solo di ristorare il proprio spirito, ma anche il corpo, grazie alle strutture d’accoglienza e di ristoro lì presenti. Ecco: questi luoghi ci permettono, non solo di riposare, ma anche di “ricaricare” la nostra anima della presenza di Dio.