Sono due fra le figure più importanti della Chiesa e la loro storia di conversione ha ispirato romanzi, film e la vita di milioni di persone.
Sant’Agostino e San Francesco d’Assisi, prima di incontrare Dio, hanno trascorso la loro vita da tutt’altra parte. Poi la chiamata, la conversione: il battesimo per Agostino, la povertà per Francesco. Ma cosa ha spinto i due giovani a dire il loro SI a Dio, rinunciando a ciò che erano prima?
Come se avessero sentito che, alla loro vita di prima, mancasse qualcosa, qualcosa di importante e di essenziale. Agostino aveva gli studi, l’arte oratoria, il suo cercare spiegazione a quel Dio che, anche il Vescovo Ambrogio, insegnava alle folle.
Francesco, invece, dall’altro lato, aveva la vita militare o, anche, quella da commerciante con il padre. Ma nessuno dei due sentiva, all’inizio che mancasse qualcosa. Dio nelle loro esistenze non c’era, ma non era forse, neanche necessario.
O almeno, così credevano. “Tardi ti ho amato, Bellezza così antica e tanto nuova, tardi ti ho amato. Sì, perché tu eri dentro di me ed io fuori: lì ti cercavo” – scriveva Agostino in un passaggio delle sue “Confessioni” – “Mi tenevano lontano da te le tue creature, inesistenti se non esistessero in te. Mi chiamasti, e il tuo grido sfondò la mia sordità; balenasti, e il tuo splendore dissipò la mia cecità; diffondesti la tua fragranza, respirai ed ora anelo verso di te; ti gustai ed ora ho fame e sete di te; mi toccasti, e arsi dal desiderio della tua pace”.
La ricerca della verità, quella verità che credeva di trovare attraverso le parole, ma che non si rendeva conto di avere nel suo cuore: Dio. grazie anche alle preghiere di sua madre, Santa Monica, questo è stato possibile.
Anche San Francesco, prima di incontrare Dio, aveva una vita sgretolata. Lui voleva diventare cavaliere. Ma Dio aveva per lui tracciato già la strada. La conversione, l’abbandonare i piaceri e le ricchezze della vita, il suo cambiamento.
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Francesco diventerà il discepolo della povertà, un qualcosa di completamente opposto alle ricchezze alle quali anelava prima. Agostino invece, con la sua arte oratoria, inizierà a lodare Dio e a far avvicinare quante più persone a Gesù Cristo, così come il Vescovo Ambrogio aveva fatto anche con lui.
Due Santi, apparentemente così lontani, ma accomunati da un unico destino: quello di servire Dio.
Fonte: sanfrancescopatronoditalia
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ROSALIA GIGLIANO
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