La storia di Wagner e Paulo comincia da lontano, da un infanzia passata tra mille difficoltà in una cittadina del Brasile. Wagner da bravo fratello maggiore si era sempre preso cura di Paulo al punto da essere considerato da quest’ultimo un secondo padre. Una volta cresciuti e formate le rispettive famiglie i due avevano perso il contatto quotidiano, ma una partita settimanale a calcio serviva da scusa per farli rivedere e non perdersi totalmente di vista.
Un giorno, però, Paulo riceve una notizia tremenda dalla cognata: suo fratello Wagner, eroe d’infanzia e punto di riferimento nella vita aveva subito una grave emorragia cerebrale e lottava tra la vita e la morte. Il mondo gli crolla addosso, lascia perdere tutto e vola in ospedale per vedere il fratello, ma quello che vede non fa che acuire la sua disperazione, in sala d’attesa i parenti più stretti sono in stato di shock, moglie e figli di Wagner piangono a dirotto, inoltre i dottori ripongono poche speranze in un recupero del paziente.
Appresa la notizia che il sacerdote della loro parrocchia stava andando all’ospedale per dare l’estrema unzione a Wagner e data l’impossibilità di vedere il fratello in cura intensiva, Paulo uscì di getto dall’ospedale e decise di andare ad Aparecida per chiedere un miracolo. In quel momento il 42 enne brasiliano si trovava a corto di denaro ( giusto i soldi per un caffè ed un panino) e di mezzi, ma non gli importava, così, prese una vecchia bici e cominciò a pedalare, il tempo era poco e 100 chilometri di strada non si facevano in un minuto.
Il cammino era lungo ed estenuante (Paulo tra l’altro era in cattivo stato di forma, conduceva una vita tendenzialmente sedentaria), inoltre la sua mente si affollava di pensieri, di ricordi dell’infanzia. Ad un tratto il dolore fisico lo costrinse a fermarsi, la schiena faceva un male cane, perciò l’uomo si fermò su un marciapiede e cominciò a piangere, in quel frangente, colto dalla disperazione, aveva capito di essere solo e di non avere più fede in Dio da diverso tempo.
Ristoratosi con il riposo Paulo riprese a pedalare e durante il tragitto iniziò a pregare, per suo fratello ovviamente, ma anche per se stesso e tutti gli altri (la distanza da Dio era durata troppo a lungo e sentiva il bisogno di recuperare). Il viaggio verso “Nostra Signora de Aparecida” è stato un vero e proprio pellegrinaggio, verso la fine del tragitto Paulo non si sentiva più solo con lui c’era Dio, la strada non pesava più ed il suo cuore si riempi di serenità, ormai era sicuro: suo fratello stava bene.
Con la rinnovata fiducia in Dio e la consapevolezza che il suo eroe si era ripreso, Paulo entrò al santuario e pregò per le anime di tutti ringraziando Dio per il dono della vita, della famiglia e di suo fratello. Quando uscì dalla Basilica trovò un amico di famiglia che lo attendeva, questi, appresa l’intenzione di Paulo di andare ad Aparecida con la bicicletta, lo aveva seguito con la macchina a debita distanza. I due tornano in ospedale il giorno dopo e trovano Wagner sveglio, appoggiato ad una finestra che osserva il panorama, Paulo lo chiama, in quel istante i due fratelli si guardano negli occhi e percepiscono che qualcosa in loro è cambiato, adesso Dio è rientrato nelle loro vite.