Di fronte al dramma che vede il continente europeo, come tante altre volte nella storia, di nuovo luogo di terribili guerre fratricide, c’è bisogno di un grande simposio che ribadisca ancora una volta una verità inequivocabile.
Lo afferma una delle personalità più importanti della Chiesa, lanciando un appello estremamente importante che c’è bisogno di ascoltare al più presto.
La guerra è infatti sempre figlia del male che si insinua nel mondo per opera del demonio, e contro questa terribile realtà le uniche armi che possiedono i cristiani sono quelle della preghiera. Lo ha cardinale Gerhard Ludwig Müller, prefetto emerito della Congregazione per la Dottrina della Fede, alla Nuova Bussola Quotidiana. “La guerra è figlia del peccato originale, è contro la volontà di Dio. E non c’è solo in Europa, c’è in ogni continente”, ha affermato il porporato, spiegando con chiarezza che c’è bisogno che di fronte a questo male la Chiesa deve al più presto riaffermare la centralità del Dio della pace.
“Sarebbe bene convocare un Concistoro per affrontare le sfide della pace nel mondo secondo le armi proprie dei cristiani, la preghiera e l’annuncio del Vangelo della pace“, è l’auspicio del cardinale tedesco, a lungo collaboratore del Papa emerito Benedetto XVI con cui gode di un rapporto di grande vicinanza e stima.
L’eminente teologo ha infatti spiegato che di fronte a un dramma che si consuma tanto sul campo quanto a livello spirituale, sarebbe bene che la Chiesa facesse una chiamata vera e propria a tutti i cardinali per discutere di quanto sta accadendo. “Sarebbe bene fare un Concistoro, tutti i cardinali per discutere insieme con il Papa tutte queste sfide per la pace nel mondo, cioè come pregare e come stimolare i fedeli cattolici ad entrare in questa battaglia spirituale, che è la battaglia di Dio contro il male nel mondo. Dobbiamo parlare secondo i criteri della fede e della morale“.
Un forte momento di incontro per guardare in faccia il male e capire come agire al più presto. “Noi vescovi non siamo politici, non dobbiamo parlare sulle armi, ma della battaglia spirituale: lo scudo della fede e la spada della Parola di Dio, come dice San Paolo”, ha precisato il cardinale, ricordando che “con l’amore e con l’aiuto verso il prossimo, possiamo mostrare ai politici che ci sono valori più alti, che ogni uomo è immagine e somiglianza di Dio, e che questo deve essere il principio della politica.
“La guerra è sempre contro la volontà di Dio, perché quella di Dio è una volontà salvifica, Dio vuole la pace tra gli uomini; ma senza la grazia santificante della salvezza noi uomini non siamo capaci di superare questa concupiscenza che crea conflitti tra di noi”, ha così ribadito Muller, ricordando come la Bibbia sia piena di conflitti fratricidi attraverso i quali il male si è furbamente e drammaticamente introdotto nel mondo.
“Sappiamo dalla Bibbia che la prima conseguenza del peccato originale è stata la storia di Caino e Abele, l’assassinio tra fratelli. Da Adamo tutti gli uomini sono fratelli sul piano della natura umana; ancor più noi che abbiamo la grazia in Cristo, siamo a un livello più profondo fratelli e sorelle in Gesù Cristo”.
Una consapevolezza che purtroppo diventa ancora più dolorosa se si guarda che il conflitto scoppiato al confine europeo vede i carrarmati russi nelle terre ucraine, inviati da un presidente che si dice cristiano, Vladimir Putin. “Fa impressione che a lanciare questa guerra sia stato Putin, che si professa cristiano, che abbiamo visto domenica scorsa partecipare alla veglia pasquale ortodossa nella cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca”, ha commentato il cardinale.
“Come si può baciare l’icona di Cristo, di Maria, dei santi e nello stesso tempo ordinare di uccidere l’immagine viva di Dio che sono gli uomini, addirittura i nostri fratelli e sorelle cristiani, visto che la grande maggioranza degli ucraini sono cristiani?”, si chiede in maniera retorica il cardinale, non trovando alcuna risposta. “Per noi cattolici è inimmaginabile fare della religione cristiana, della fede in Cristo, uno strumento del nazionalismo. Noi rispettiamo la nazione come una realtà positiva ma siamo assolutamente contro ogni forma di nazionalismo, che significa fare della propria nazione un dio: questo è paganesimo”.
Il fulcro che non bisogna mai dimenticare è la certezza che “Gesù ha dato la vita per tutti gli uomini, l’universalità della fede cattolica ci deve far superare tutti questi “ismi”, che sono ideologie, parola che ha la stessa radice di idolo”. Una consapevolezza che va contro qualsiasi asservimento religioso alla realtà nazionale e statale di turno, come accade purtroppo in Russia con la sottomissione della Chiesa ortodossa al potere politico.
“Questo è il problema della Chiesa ortodossa: anche loro nella sostanza professano la fede cattolica ma hanno perso questo orientamento universale”, ha detto Muller con grande chiarezza. “Invece di orientarsi verso il successore di Pietro, il papa, il loro bisogno di un principio di unità si trasferisce sulla nazione. E questo è falso, è contro la fede cristiana: Gesù ha dato la sua vita per tutti gli uomini, russi, americani, italiani, e così via, non per la nazione come tale”.
Un destino che segna “tutte le confessioni cristiane che si sono separate da Roma (protestanti, anglicani, ortodossi) identificarsi con le rispettive nazioni”, ha continuato il cardinale, prendendo atto della triste realtà che anche oggi nella Chiesa cattolica c’è chi sembra volere spingere in quella direzione, come ad esempio la Chiesa tedesca con il suo sinodo nazionale con cui punterebbe a introdurre assurde richieste in voga nel governo tedesco, come l’ideologia gender e cose analoghe.
“Purtroppo la Chiesa in Germania sembra ricadere nella tentazione del nazionalismo, di un distacco dalla Chiesa cattolica. Ma questo non ha niente a che vedere con la sinodalità, che per noi coincide con la cattolicità”, ha commentato Muller. “La Chiesa cattolica non è uno Stato, la Chiesa è il corpo di Cristo e il tempio dello Spirito Santo. È inconcepibile per noi vedere che il Santo Sinodo della Chiesa russa parli di guerra giusta, santa”.
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