Negli Stati Uniti verrà eretta una statua all’icona lgbt Marsha P. Johnson. Sorgerà dove prima c’era quella di Cristoforo Colombo, distrutta dalle proteste.
Il monumento verrà eretto nella sua città natale, Elizabeth, in New Jersey. Dopo l’annuncio dei funzionari della contea di Union, governatore di New York Andrew Cuomo ha dichiarato di avere persino deciso di intitolarle un parco, a Brooklyn. Ora l’East River State Park diventerà quindi il Marsha P. Johnson State Park.
Centosessantaseimila persone hanno infatti firmato una petizione secondo cui Colombo “non è una figura da celebrare”. Marsha P. Johnson è morto nel 1992, a 46 anni. Le circostanze della morte sono ancora tutte da chiarire. Di fatto, ebbe un ruolo importante nell’ambito della rivolta di Stonewall del 1969, è questa è la principale ragione per cui è conosciuto.
La rivolta nacque dopo che otto poliziotti di New York fecero irruzione a Christopher Street, nel Greenwich Village, in un locale gay, lo Stonewall Inn. In seguito a quell’evento ci fu una settimana di protesta. Alcuni considerano quella settimana come la nascita del movimento pro-gender nel mondo.
In quell’occasione Marsha P. Johnson aveva 23 anni, e prese parte alla rivolta insieme ad altre 400 persone. In seguito fondò un collettivo politico che forniva alloggi a giovani queer e prostitute nella down-town di Manhattan.
Questo si chiamò Star, acronimo di Street Transvestite Action Revolutionaries. La costruzione di questa statua si inserisce in un momento in cui generalmente le statue, in seguito all’inizio delle proteste dopo la morte di George Floyd, vengono abbattute.
L’appoggio del governatore di New York all’installazione di riconoscimenti alla drag-queen paladina del mondo lgbt però non è altro che un approccio interessato.
Ad oggi, sponsorizzare questo tipo di battaglie “politicamente corrette” fa appunto comodo alla politica. In questo modo, si ingrazia i potentati economici che vogliono sovvertire la natura umana con i propri desiderata, e che governano la società molto più di quanto facciano gli Stati.
In secondo luogo, dà loro la possibilità di accreditarsi come paladini della giustizia di fronte ai media, cassa di risonanza unificata degli stessi potentati economici e sociali.
Forse però figure come quella del governatore Cuomo dovrebbe pensare a ben altri problemi degli Stati Uniti, e in particolare dello Stato che governa. A partire dal vergognoso numero di bambini aborti ogni giorno nello Stato di New York, visto che solamente un anno fa è stata introdotta una legge abominevole che permette l’aborto fino al nono mese di vita.
Per non parlare della vergognosa compravendita di bambini messa in piedi da organizzazioni come Planned Parenthood. Un vero mercimonio di vite umane in un Paese che si considera avanzato e progredito ma che in realtà sta cercando di instaurare, volontariamente o meno, un vero e proprio incubo da fantascienza nella realtà globale contemporanea.
Se fino al diciannovesimo secolo si compravano e vendevano schiavi per lavorare nelle miniere, oggi si comprano e vengono bimbi di madri per soddisfare le voluttà innaturali dei sostenitori dell’ideologia gender.
Insomma, si buttano giù le statue di figure considerate negative perché accusate della piaga dello schiavismo in America negli scorsi secoli, ma si erigono statue a chi promuove lo schiavismo delle donne che entrano nel circuito dell‘utero in affitto. Le contraddizioni del mondo di oggi.
Giovanni Bernardi
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