In molti hanno storto il naso quando Usain Bolt, l’atleta giamaicano che ha dominato l’atletica mondiale negli ultimi 12 anni ha annunciato il suo ritiro dalle competizioni al termine dei mondiali di atletica che si stanno svolgendo a Londra dal 5 agosto e termineranno il prossimo 13 agosto. Questo perché Bolt, non solo è l’uomo più veloce del pianeta, ma anche un personaggio dal carisma di una star del cinema e come tutti i campioni di questa risma (Valentino Rossi, Diego Armando Maradona solo per citarne due) trasmette ai tifosi delle emozioni che altri non riuscirebbero a dare.
Quelli che in molti non sanno è che Bolt è anche il più grande atleta cattolico del mondo, a testimoniarlo ci sono i gesti che compie prima di ogni corsa e quella medaglietta miracolosa che non toglie mai dal collo (segno della sua devozione alla Beata Vergine). Bolt non ha mai nascosto la sua profonda fede, ma è un argomento che molti preferiscono non sottolineare, d’altronde si parla di sport e record.
Nato a Sherwood Content (Giamaica), Usain è stato cresciuto ed educato da una famiglia di ‘Avventisti del settimo giorno’. Il ragazzo ha frequentato la chiesa avventista per rispetto dei suoi genitori ma da adulto ha deciso di divenire cattolico prendendo il nome di San Leone. Nel 2013 è stato persino invitato dal Vaticano alla conferenza sulla libertà religiosa TEDx.
La fede di Bolt si esprime alla perfezione prima e dopo quei 9 sec che gli servono per vincere le gare, la descrizione di quei momenti è stata fatta alla perfezione da un giornalista americano di grido, Nick Ripatrazone (firma tra le altre di ‘Rolling Stones’ ed ‘Esquire’):
“«Ai vostri posti». Bolt si porta il dito sulla bocca per calmare la folla, o forse se stesso. Fa un passo avanti. Si guarda indietro. Il sorriso è scomparso. Allunga le gambe all’indietro sul suo blocco di partenza. Allarga le sue mani sulla pista. Testa chinata in basso, una medaglietta miracolosa pende dal suo collo. I piedi saldi sul blocco. Si piega sulle ginocchia; lo sguardo verso il traguardo.
Poi, davanti a 35 milioni di spettatori sintonizzati sulla gara, Bolt si fa il segno della croce, chiude gli occhi mentre sfiora con la mano il petto. Solleva un dito alle labbra e poi verso il cielo, guardando in alto. I suoi occhi si fissano lì per un po’.
La pistola dello starter esplode il colpo e gli atleti scattano fuori dai blocchi. Come al solito Bolt parte lento, ma ai cinquanta metri si riprende e infiamma la pista. La medaglietta miracolosa al collo ondeggia come fosse un metronomo. Bolt brucia la linea del traguardo e rallenta la sua corsa, di fronte alla folla. Si inginocchia, china la testa e di nuovo si fa il segno della croce prima di rialzarsi”.