“ Siamo i primi al mondo ad usarli in zone di guerra ”. Questo comunicato, purtroppo, non riguarda gli aiuti umanitari o il primo soccorso, ne le iniziative di pace per le molte guerre in corso nel mondo; non è una cosa di cui vantarsi, poiché si sta parlando del fatto che
Israele ha abilitato 9 dei 15 cacciabombardieri di quinta generazione F35, già in servizio (ma ne ha 50 in tutto), e annuncia che, da ora in poi, potrà usarli per attaccare la Siria.
Oltre all’Usaf (United States Air Force), ossia l’aeronautica militare degli Stati Uniti, solo Israele dichiara di utilizzare questo genere di armi, ma è possibile che altri Paesi ne facciano un uso non autorizzato.
Ora, il comandante dell’aviazione israeliana, il Generale Amiram Norkin, di fronte ad altri prestigiosi aviatori di ben 20 Paesi diversi, ribadisce che questi caccia, pur essendo stati attaccati, in Siria, da missili iraniani, non hanno riportato alcun danno, dunque,
la versione Heyl Ha’Avir (il jet multiuso chiamato Lightning II) di cui è dotato il 140° stormo “Golden Eagle” della base aerea di Nevatim, formata da piloti di eccezione dell’aviazione militare israeliana, possiede uno dei mezzi più efficaci per combattere i nemici.
Il messaggio del Generale Amiram Norkin prosegue: “Noi manteniamo in Siria la nostra libertà di manovra. La determinazione dell’ Iran di creare fermenti nel Paese vicino resta immutata e noi agiamo per neutralizzarla e per metterle scompiglio, mantenendoci però sotto ai livelli di guerra”.
E noi ci domandiamo: perché mai dovremmo essere fieri e contenti, che si diffondano delle armi così sofisticate, quando sappiamo, fin troppo bene, che nuoceranno ad altre persone, a degli innocenti?
Conosciamo bene la storia delle guerre, in cui a soccombere non sono mai solo i militari (e già questo sarebbe sbagliato).
A morire sono i civili; per loro che perderanno la vita inutilmente (perché ogni guerra è inutile), conta poco conoscere le caratteristiche e la potenza dei più sofisticati cacciabombardieri.
Antonella Sanicanti