La triste affermazione della presidente della Commissione Europea svela il progetto di certe élite: privare i bambini dei loro diritti con l’utero in affitto.
La presidente della Commissione Europea, Ursula Von Der Leyen, rispondendo ad alcuni utenti nell’ambito della sua rubrica lanciata sui social con lo slogan #Askthepresident, lo ha purtroppo affermato a chiare lettere. E senza nemmeno troppa vergogna.
La presidente ha infatti spiegato che lei personalmente, all’interno del suo mandato, si impegnerà con forza sul “reciproco riconoscimento delle relazioni familiari nell’Unione Europea”. Non bastasse, ha anche aggiunto che “chi è genitore in un Paese deve poter esserlo in tutti i Paesi membri”.
La verità, però, è che dietro a un’affermazione in linea di principio condivisibile, qualora riguardasse ad esempio la pratica delle adozioni internazionali, non c’è altro che la volontà come al solito più o meno velata di riconoscere una presunta, e questa non condivisibile, legittimità dell’utero in affitto.
Ovvero di una pratica barbara che verrebbe introdotta sotto la finta bontà del riconoscere la genitorialità di un bambino concepito all’estero. Anche in casi come questi. D’altronde, Festival nel cuore dell’Unione europea come quello che ha avuto luogo nelle scorse settimane ci mostrano quale sia in realtà l’intenzione drammatica delle istituzioni europee.
Che da una parte fingono di vietare pratiche come quella dell’utero in affitto. Ma dall’altra accettano festival inquietanti come quello di Bruxelles. Strizzando continuamente l’occhio alle ricche e potenti organizzazioni internazionali che danno vita a business molto significativi sfruttando un vero e proprio schiavismo umano. Un traffico internazionale di infanti a cui viene negato ogni diritto.
Tutto questo si tratta inoltre di una grave violazione anche delle sovranità nazionali. Per il semplice fatto che ad esempio in Italia la pratica dell’utero in affitto è considerata assolutamente illegale. E per fortuna.
Nessuna persona di buon senso infatti si augurerebbe di accettare una mercificazione così palese e vergognosa di corpi umani, facendo semplicemente leva sulla disperazioni di madri surrogate che hanno bisogno di denaro per mantenersi nelle aree più povere del pianeta, da cui in gran parte provengono.
Con la sua affermazione, quindi, la presidente Von Der Leyen punterebbe in maniera aperta a bypassare le diverse legislazioni nazionali. Imponendo una propria scelta arbitraria contro un sistema di leggi e norme stabilite a livello democratico. Quale sarebbe quindi, in tutto ciò, la democrazia europea?
Se gli Stati, come si spera che sia ancora a lungo, hanno diritto a legiferare e ad eleggere con voto democratico i propri rappresentanti che si occuperanno di farlo, non si capisce perché funzionari lontani e spesso sconosciuti che non parlano nemmeno la stessa lingua vorrebbero contrapporsi a questo sistema introducendo leggi non condivise dai singoli paesi e dalle persone che vi abitano.
Si parla quindi molto spesso, a sproposito, di “tirannie delle minoranze”, quando in realtà le uniche minoranze sono quelle di tecnocrati europei che vorrebbero introdurre di nascosto le loro scelte, anche legate a pratiche barbare come quelle dell’utero in affitto, a popoli che non ne vogliono proprio sapere.
Come anche per tutto ciò che riguarda l’ideologia Lgbt, in Italia portata avanti dall’attuale governo con il Ddl Zan Scalfarotto, che in alcuni casi degenera fino alle lezioni tenuta da trans vestiti da demoni persino negli asili.
La legge italiana punisce severamente l’utero in affitto, e i capi dell’Unione europea ne devono prendere atto e devono tenerlo bene a mente, perché non ci sono alternative a questo.
Giovanni Bernardi
fonte: provitaefamiglia
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