Quest’anno le vacanze, finalmente, saranno del tutto Made in Italy. È la buona notizia di questa estate.
Dal 7 giugno infatti gli italiani avranno il via libera per recarsi nelle destinazioni turistiche e prendersi un po’ di meritato relax dalla durezza di questi tempi di coronavirus. I vincoli posti alle frontiere, come per esempio nel caso della Grecia di cui si discute in queste ore, faranno sì che le mete di vacanza saranno quasi totalmente tricolori.
Una analisi della Coldiretti spiega infatti che questa prospettiva aiuterà e non di poco la situazione determinata dal drammatico impatto che il coronavirus finora ha avuto sul settore turistico. La libertà di sconfinamento tra le regioni segna perciò una boccata d’ossigeno rispetto a tutti i provvedimenti presi finora, destinati ad impattare in maniera fortemente negativa sul lavoro dei prossimi mesi.
Il lockdown, infatti, a partire dal mese di marzo ha completamente azzerato i flussi dei viaggiatori. Proprio nel periodo che per definizione rappresenta il rilancio stagionale. E in cui sono comprese tutte le principali festività nazionali: Pasqua, Festa della Liberazione, primo maggio, Pentecoste.
L’impatto economico del blocco è finora drammatico, e si parla di almeno 80 milioni di presenze turistiche andate in fumo. Con la corrispondenza di quasi di venti miliardi di euro perduti se si pensa ai mancati introiti per alloggio, ristorazione, trasporto, shopping. Che potrebbero però essere almeno in parte recuperati dalla decisione degli italiani di scegliere il proprio paese per le ferie estive.
Il conto più salato viene dal settore alimentare. Il cibo infatti rappresenta un’importante fetta della spesa dei turisti, italiani e stranieri, che soggiornano in Italia per le vacanza. Ristoranti, pizzerie, trattorie, agriturismi, cibo di strada, specialità enogastronomiche varie.
Tutti questi settori hanno subito un forte colpo con il blocco del coronavirus, che a sua volta ha generato pesanti ripercussioni sul settore industriale alimentare e agricolo. Vino, birra, carne, pesce, frutta, verdura, salumi, formaggi. Tutti questi prodotti, che rappresenta un trancio particolarmente significativo dell’economia nazionale, sono fortemente a rischio per via del periodo di stallo economico.
L’Italia infatti, oltre a detenere il ruolo di leader nel turismo enogastronomico anche per via dell’agricoltura più green d’Europa, conta ventiquattro mila aziende agrituristiche. Meta privilegiata delle vacanze di tutto il mondo, a cui si aggiunge il vero valore aggiunto del pernottamento, vale a dire il cibo.
Si spera quindi in una sincera solidarietà nazionale, che renda possibile la rinascita italiana di questo settore. Anche grazie alla facilità di mettere in sicurezza dal contagio in ambienti aperti e di campagna come quelli di agriturismi e strutture familiari.
Si tratta infatti del vero tesoro nazionale, su cui il nostro Paese potrebbe puntare con sempre più forza negli anni a venire, e riorientare sempre più l’economia nazionale verso il saper vivere nostrano. Non facciamoci sfuggire questa occasione.
Giovanni Bernardi
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