Mentre si parla di divieti sempre più stringenti, dall’obbligo vaccinale ai green pass, la prima ad esserne investita sembra la scuola.
Nella bozza che il comitato di tecnici sta per approvare e che riguarda in modo particolare il ritorno in classe a settembre, ci sono le misure che si stanno per approvare in relazione al ritorno sui banchi di scuola. In questo testo dovrebbero inoltre essere presenti, a detta delle istituzioni, le risposte alle tante domande poste al ministro Bianchi, che fin da subito aveva indicato la scuola come il settore su cui il governo avrebbe investito maggiormente: affermazione, alla luce dei fatti, ancora tutta da verificare.
Come pensa il governo di mettere la scuola in sicurezza
Le misure che si puntano a introdurre sono, nell’ordine: vaccini sempre più obbligatori e sempre più rivolti a tutti, dagli insegnanti fino agli studenti, e al più presto. Oltre a ciò, l’introduzione del green pass per professori e personale ausiliario. Mentre invece ci saranno misure più morbide per il distanziamento, che “va rispettato dove si può”, mentre in caso contrario basteranno le mascherine e le altre misure di sicurezza. Anche se quel “dove si può” suona molto più, di fatto, come un liberi tutti.
Il motto fatto proprio dal governo in queste ore è che “è assolutamente necessario dare priorità alla didattica in presenza”. Il giorno dopo la notizia sui dati molto deludenti per gli studenti italiani ai test invalsi, che si prova ad attribuire alla Dad quando in realtà i problemi riportano a ben più lontano, il messaggio del Cts è tutto rivolto al tema della scuola. Al ritorno in classe e “in sicurezza”.
Il governo accarezza l’idea di obbligare la vaccinazione a scuola
In che modo? “Promuovendo la vaccinazione nella scuola, tanto del personale scolastico quanto degli studenti”, spiegano. Nel momento in cui si punta a inserire il Green pass con una dose di vaccino per andare al ristorante al chiuso, con doppia dose per i luoghi più affollati, secondo una delle ipotesi che il governo discuterà nel corso della riunione della cabina di regia prevista nelle prossime ore, il Cts è quindi già certo del suo obbiettivo: puntare a vaccinare tutti gli insegnanti e il personale scolastico, il che significherebbe che gli insegnanti andranno reinseriti dalle Regioni nella categoria con priorità.
Con l’aggiunta, inoltre, che per professori, maestre e personale ausiliario il Cts propone anche di valutare il green pass. Il fatto però è che questa decisione riguarda le scelte del governo. Bisognerà quindi vedere cosa emergerà secondo il dialogo della politica, sempre più divisa su questo tema, e capire se si deciderà o meno di approvare questa scelta. Il centrodestra di Salvini e Meloni sembra infatti molto risoluto nel volere impedire a tutti costi questo genere di obbligo.
L’obbligo vaccinale è sempre più una realtà che si sta diffondendo
In ogni caso, resta un dato di fatto. L’obbligo vaccinale è sempre più una realtà che si sta diffondendo, più o meno silenziosamente, a macchia d’olio. Prima il personale sanitario, poi si comincia a puntare il dito contro tutti i medici (compresi psicologi, veterinari e qualsiasi altro). Poi si passa alla scuola, agli insegnanti, al personale sanitario, agli alunni. C’è chi parla di quanti “lavorano a contatto con il pubblico”, e chi invita ad andare a cercare gli over 60 “porta a porta”. Insomma, la strada per la società dell’obbligo vaccinale è segnata.
Da giorni si parla infatti di “fare ogni sforzo per raggiungere un’elevata copertura vaccinale”, anche con misure legislative fino alla coercizione, per garantire “la più elevata soglia di soggetti vaccinati, in particolare dove, ad oggi, si continuano a registrare livelli marcatamente inferiori alla media”.
L’idea di inserire gli studenti dai 12 anni in su nelle liste vaccinali
Così si comincia a parlare di inserire gli studenti dai 12 anni tra le categorie con priorità. Ma qualcuno fa notare che questi non si ammalano di Covid, mentre gli effetti a lungo termine dei vaccini non sono ancora noti. Quel che è certo, è che effetti – positivi o non – ci saranno certamente, al contrario del contagio che sui giovani non ha alcuna conseguenza.
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Meno attenzione, in ogni caso, le scuole riverseranno sul distanziamento, e a tal proposito fa sempre più largo la parola “flessibilità”. Il Cts, nella bozza, autorizzerebbe i presidi ad essere più elastici nella disposizione dei banchi, con distanza e mascherina che durante le interrogazioni dal posto potrebbero anche diventare alternative.
Il Cts dice che non ci sarà più l’obbligo di distanziamento tra i banchi
I tecnici al lavoro con il governo scrivono infatti che “dove le condizioni strutturali-logistiche esistenti lo consentono si raccomanda di mantenere il distanziamento interpersonale da seduti”. Ma che, allo stesso tempo, “se non è possibile, è sufficiente per riaprire le scuole a tutti, mantenere le altre misure non farmacologiche di prevenzione, ivi incluso l’obbligo di indossare nei locali chiusi i dispositivi di protezione delle vie aeree”.
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In tutto ciò, “le mascherine restano la principale barriera anche per i non vaccinati, avendo particolare cura nei casi in cui in classe ci siano studenti con immunodeficienza. In mensa, restano le mascherine per chi serve i pasti e addirittura, se si potesse anche il green pass, per gli addetti. Il servizio torna alla normalità, senza porzioni pre-preparate. L’ingresso e l’uscita devono essere ordinati e bisogna lavarsi le mani prima e dopo il pasto”.
Le parole del Ministro dell’istruzione su green pass e vaccini obbligatori
Il Cts si occupa infine anche della questione dei test e degli screening sugli studenti. “Nessun test diagnostico preliminare è necessario, mentre – ove tale soluzione fosse giuridicamente percorribile – può ipotizzarsi la richiesta del green pass per il personale”. Detto in altre parole, gli adulti non vaccinati potrebbero dover presentare un tampone. Per quanto riguarda le misure in caso di contagio, queste resteranno invariate. “Rientro a casa della persona con sintomi e procedura di contact tracing con la Asl. Per quanto riguarda quarantene si applicano le regole generali.
Intervistato dal quotidiano La Stampa, il ministro dell’Istruzione Bianchi ha affermando che “abbiamo più di un miliardo già investito per la sicurezza, per le persone e i trasporti”. Parlando di mascherine in classe, Bianchi ha risposto che “Il Cts ci ha detto che dovranno restare in atto tutte le precauzioni sanitarie possibili”. Per quanto riguarda l’obbligo vaccinale per gli insegnanti, ha invece affermato che “questa settimana ci troveremo col Consiglio dei Ministri, la decisione andrà presa dall’intero collegio”.
L’affondo di Salvini contro l’obbligo di vaccino che divide il governo
Di certo, da giorni si parla dei rendimenti sempre più scarsi degli studenti italiani come se la colpa fosse la Dad, ma è chiaro che c’è ben altro dietro. “Dire che la colpa è sua è solo lenitivo del dolore, una sorta di autoassoluzione. La Dad ha esasperato problematiche che c’erano anche prima: una parte del Paese, il 40% dei ragazzi non raggiunge lo standard internazionale. Rimuovendo la Dad non rimuoviamo i nostri problemi. Certo dobbiamo essere in presenza, ma con una partecipazione diversa: partecipazione a quel processo di cambiamento della didattica”, dice Bianchi.
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Chiede invece Salvini: “L’84% degli insegnanti ha già fatto la prima dose di vaccino, il 75% ha già completato il ciclo, entro settembre si stima di arrivare oltre il 90% di copertura (volontaria) fra gli insegnanti. Che senso ha parlare di obblighi o licenziamenti a scuola?”.
Giovanni Bernardi