Il presidente della Russia Vladimir Putin ha annunciato che la Russia sarebbe la prima nazione ad avere registrato il vaccino efficace contro il Coronavirus.
“Mia figlia lo ha testato”, ha affermato il presidente russo Putin. L’istituto Gamaleya sarebbe il realizzatore del primo vaccino destinato a combattere o scacciare il Covid-19, responsabile dell’attuale pandemia che ha messo in ginocchio il pianeta.
L’annuncio di Putin: abbiamo il primo vaccino al mondo
Il percorso clinico sarebbe già partito nel mese di aprile. Con la fase 2 che si sarebbe conclusa il 2 agosto, e già dal 3 agosto sarebbe cominciata la fase 3, con una tempistica incredibile e il rischio di bruciare in maniera un po’ eccessiva tutte le tappe.
Non a caso, media occidentali hanno specificato che al momento non esistono conferme scientifiche indipendenti a riguardo. L’agenzia russa Ria Novosti ha invece diffuso le parole del presidente Putin, che avrebbe affermato: “Per quanto ne so, questa mattina è stato registrato il primo vaccino contro il coronavirus nel mondo. So che è efficace, che crea una immunità stabile e ha superato tutti i controlli necessari”.
Putin ha rivelato che anche la figlia ha testato il vaccino
L’agenzia Interfax, approfondendo la vicenda, ha riportato le parole del ministro della Salute Mikhail Murashko. Questi avrebbe parlato che la cura avrebbe stimolato in tutti i volontari che si sono sottoposti alle sperimentazioni “un alto livello di anticorpi”, senza però dimostrare nessuna complicazione. “Nessuno ha avuto serie complicazioni”, ha detto Murashko.
A conferma della bontà del vaccino russo, Putin avrebbe perciò anche addirittura specificato che tra questi volontari c’era anche sua figlia. “A una delle mie figlie è stata somministrato il vaccino, che ha preso parte nelle sperimentazioni”, ha affermato. “La temperatura, dopo la prima dose, le è salita a 38 gradi per un giorno, poi è tornata a 37 gradi”, ha così raccontato Putin.
Secondo Putin il prossimo gennaio comincerà la distribuzione
Che ha poi continuato spiegato che dopo la secondo dose la temperatura avrebbe smesso di innalzarsi in maniera significativa. La figlia in questione di cui ha parlato Putin sarebbe Maria Vorontsova, che di professione è endocrinologa, anche se il presidente russo non ha mai confermato direttamente né i nomi delle figlie, né l’età o il lavoro.
A questo punto si pensa che la campagna vaccinale potrebbe già iniziare il prossimo settembre, per mano dei dipendenti del comparto della Sanità e dell’Istruzione. Per riuscire a distribuire il tanto atteso vaccino alla popolazione già dal 1 gennaio 2021.
I dubbi dell’Organizzazione mondiale della Sanità
Il governo tuttavia già alcune settimane fa aveva annunciato l’inizio di una campagna vaccinale di massa in autunno. Un fatto che fa destare dubbi, anche perché non ci sono al momento conferme scientifiche indipendenti sulla notizia annunciata dal presidente russo.
L’Organizzazione mondiale della Sanità avrebbe infatti affermato di recente che sono solamente quattro, su un totale di 160, i vaccini che sono giunti alla fase di sperimentazione sull’uomo.
Le aziende che per l’Oms hanno sviluppato
Si tratterebbe cioè di quelli prodotti da AstraZeneca, l’azienda svedese a cui ha prestato aiuto anche l’Italia. Da Moderna, legata al National Institutes of Health Usa. Poi da BioNTech/Pfizer, per un accordo industriale Usa-Germania. E infine dalla società cinese CanSino.
Tutti dati che dimostrano come dietro la produzione di vaccini ci siano interessi significativi e strategici, tanto da fare interessare paesi intenti a stipulare accordi di collaborazione internazionale tra di loro. Innescando una vera e propria competizione a chi raggiunge per primo l’obiettivo.
I dubbi sulla velocità a discapito della sicurezza
L’ordinario di Patologia generale all’Università Statale di Milano Sergio Abrignani ha paventato al Corsera un rischio insito in decisioni affrettate, come sarebbe quella della Russia.
“Alcuni Paesi, con un forte controllo politico sulle scelte di salute pubblica, potrebbero certamente decidere per volontà politica di vaccinare una parte della popolazione, nonostante il rischio di mancata efficacia o addirittura di danni che potrebbero derivarne”, ha detto il medico.
I due possibili effetti collaterali
Il rischio sarebbe quello di una vera e propria “sperimentazione umana” che però nel mondo occidentale avrebbe prima bisogno di passare al vaglio di numerose agenzie regolatorie. Con due possibili conseguenze spiacevoli, ha spiegato Abrignani. “La possibilità di avere effetti collaterali al momento della vaccinazione o la possibilità che quando un vaccinato si infettasse, l’infezione possa avere un decorso più severo”, è la prima.
Nel secondo caso, invece, “quel che può accadere (raramente) è che un vaccino generalmente efficace e senza effetti collaterali al momento della vaccinazione, in un piccolo numero di individui induca una risposta immunitaria che non solo non è protettiva, ma che possa far sviluppare una malattia più aggressiva in caso di infezione”.
La vittoria della Russia nella “corsa al vaccino”. Ma i rischi?
Il tema infatti è che, secondo Abrignani, “anche accorciando i tempi occorrono almeno 4-6 mesi per dimostrare sicurezza ed efficacia su una platea di migliaia di volontari. Senza i dati di efficacia non si può procedere a una registrazione e a una vaccinazione di massa”.
Putin avrebbe perciò in questo caso annunciato di avere vinto la “corsa al vaccino”, ma resta ora da capire a che prezzo. Il nome che verrà scelto per il vaccino sarà Sputnik, come il primo satellite artificiale lanciato nel 1957 dall’Unione sovietica in orbita attorno alla Terra.
La perplessità della comunità scientifica internazionale
Per questo la comunità scientifica internazionale si dichiara perplessa. Mosca non avrebbe ancora pubblicato le evidenze scientifiche riguardanti il farmaco, per cui è ancora impossibile confermarne validità o sicurezza.
“Accelerare non dovrebbe significare compromettere la sicurezza“, ha affermato Tarik Jasarevic, portavoce dell’Organizzazione mondiale della Sanità nel corso di una conferenza stampa. Tuttavia l’Oms sarebbe in contatto con le autorità russe per analizzare i vaccini.
Giovanni Bernardi