Mentre l’Aifa ha reso noti i preoccupanti dati sulle reazioni avverse da vaccino, i medici lanciano un forte appello di solidarietà.
L’invito è quello a non restare in silenzio e a denunciare eventi inattesi in seguito alla somministrazione di uno dei vaccini anti-Covid, ed è stato lanciato dai medici di Ippocrate.org. “Nelle ultime settimane stiamo ricevendo numerose segnalazioni da parte di persone che dopo la vaccinazione anti-Covid presentano svariati sintomi”, viene spiegato nel video con cui si lancia la campagna.
Le parole dei medici che non ci stanno
“È sempre la stessa domanda: centra il vaccino che abbiamo appena fatto? In questo momento, nessuno di noi è in grado di darvi risposte certe. Abbiamo a disposizione pochi dati, e spesso contrastanti tra loro. Il nostro comitato scientifico interno da settimane lavora ogni giorno per trovare risposte. Abbiamo protocolli efficaci con cui abbiamo trattato migliaia di pazienti guariti”, si spiega nel filmato.
“Le cure per il Covid ci sono, e lo testimoniano le persone guarite. Ma non siamo ancora preparati a queste nuove problematiche che si presentano dopo l’inoculazione del vaccino. Abbiamo quindi aperto un osservatorio per monitorare ciò che sta succedendo: ora più che mai abbiamo bisogno di unire le forze. Ad oggi la segnalazione di reazioni inattese dopo il vaccino è lasciata all’iniziativa personale. Ai nostri colleghi, medici di base, chiediamo di informare i pazienti su quanto sia importante segnalare ogni malessere che si verifichi dopo la vaccinazione. Facciamo appello al senso di responsabilità di ciascuno di voi”.
I numeri diffusi in giornata dall’Aifa sulle reazioni avverse
Nella giornata di oggi sono state anche rese note dall’Aifa, la massima autorità del farmaco in Italia, i dati sulle reazioni avverse, che non sono affatto tranquillizzanti. Si parla di 91 mila segnalazioni su 76 milioni di dosi inoculate. Rispondendo alla domanda su quali e quante sono state le reazioni avverse riferite ai vaccini da quando è partita la campagna di vaccinazione, infatti, la risposta è tutt’altro che priva di conseguenze negative.
Nel dettaglio, tra il 27 dicembre 2020 infatti, giorno di avvio della campagna vaccinale anti-Covid, e il 26 agosto scorso, alla Rete nazionale di farmacovigilanza sono pervenute 91.360 segnalazioni di sospetta reazione avversa ai vaccini anti-Covid, su un totale di 76.509.846 dosi somministrate. Un tasso di segnalazione che si attesta essere pari a 119 ogni 100mila dosi. Sul totale degli effetti riportati l’86,1 per cento è riferito a eventi non gravi come dolore in sede di iniezione, febbre, astenia/stanchezza, dolori muscolari.
Le statistiche sui vaccini più scelti e relative conseguenze
Nel totale, però, dall’ottavo Rapporto di farmacovigilanza sui vaccini Covid-19 emergono un numero di segnalazioni gravi pari al 13,8 per cento del totale, con un tasso pari a 13 eventi gravi ogni 100mila dosi vaccinali somministrate. Nel report si spiega che indipendentemente dal vaccino, dalla dose e dalla tipologia di evento, la reazione si è verificata nella maggior parte dei casi nella stessa giornata della vaccinazione o il giorno successivo. Solo in alcuni casi più rari, invece, oltre le 48 ore successive.
Vi sono poi altre statistiche, come ad esempio quelle sul fatto che il vaccino Pfizer/BioNTech è quello più utilizzato nella campagna vaccinale italiana, seguito da AstraZeneca, Modernae J&J. Questi sono stati scelti rispettivamente il 71, 16, 11 e 2 per cento. La distribuzione delle segnalazioni di sospetti eventi avversi per tipologia di vaccino ricalca quella delle somministrazioni: 67, 24, 8 e 1 per cento.
Quali sono gli eventi segnalati e la frustrazione di tanti
Gli eventi segnalati sono perlopiù febbre, stanchezza, cefalea, dolori muscolari/articolari, reazione locale o dolore in sede di iniezione, brividi e nausea. Nella fascia di età compresa fra 12 e 19 anni, invece, del 27 dicembre 2020 al 26 agosto scorso, alla Rete nazionale di farmacovigilanza sono pervenute 838 segnalazioni di sospetti eventi avversi a vaccini anti-Covid su un totale di 3.798.938 dosi somministrate. In questo caso il tasso di segnalazione è pari a 22 ogni 100mila dosi somministrate.
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Alla luce di questi numeri, perciò, i più critici verso la somministrazione generalizzata del vaccino si chiederanno come sia possibile che in Italia si parli con così grande leggerezza di obbligo vaccinale, considerato inoltre che si tratterebbe dell’unico Paese sviluppato al mondo. Obbligare la popolazione all’utilizzo di un farmaco che fa registrare un numero così alto di eventi avversi è per molti alquanto paradossale, a tratti inquietante. Come lo è altrettanto il fatto che, in uno Stato di diritto, non si sia presa in considerazione una norma che lo vieti.
Giovanni Bernardi