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Il vaccino “made in Italy” è vicino alla fase finale? Ora i test sui volontari

Il vaccino “made in Italy” contro il coronavirus pare che stia per entrare nella sua fase finale.

(sourceweb)

Nelle prossime settimane verrà testato su novanta volontari, e se i risultati dimostreranno la sua efficacia verrà distribuito innanzitutto in Italia.

Il vaccino sperimentale è stato realizzato e sviluppato dall’azienda biotech laziale ReiThera, con sede a Castel Romano, poco fuori dal Grande Raccordo Romano, ed è stato finanziato dalla Regione Lazio. In questi giorni si sta parlando dell’approdo alla fase conclusiva. Non a caso l’Ente della Pisana sta cercando volontari disponibili a testare su di sé le prime dosi del farmaci.

Il vaccino italiano potrebbe essere vicino alla fase finale

Da alcuni giorni sono presenti in rete diversi annunci, per un test permetterebbe di valutare i reali e concreti effetti di questo vaccino. Ed eventualmente anche gli effetti collaterali. Alla ricerca hanno subito risposto numerosi. Si parla di più di quattromila candidatura arrivate in poco più di 24 ore.

Il ministro della Salute Roberto Speranza durante una visita presso l’azienda che ha sede a Castel Romano

In queste ore perciò l’azienda, attiva da più di un ventennio nel campo delle biotecnologie, sta definendo gli ultimi dettagli operativi e strategici. Di fronte al problema del coronavirus ha perciò deciso di scendere in campo per lottare contro un’eventuale recrudescenza del numero dei contagi nel nostro Paese, come pare purtroppo si stia già verificando.

Un’operazione “non troppo complessa” replicata in tutto il mondo

Il co-fondatore dell’azienda Stefano Còlloca ha spiegato che si tratta di un’operazione, quella dello sviluppo del vaccino contro il Covid-19, non estremamente complesso. Come testimonia il numero altissimo di sperimentazioni in atto in tutto il pianeta.

La differenza del vaccino italiano prodotto dall’azienda di Castel Romano sta nel fatto che è stato sviluppato partendo da un adenovirus di gorilla. Questo avrebbe il compito di trasportare la sequenza di codice genetico atta a provocare la reazione del sistema immunitario umano. Permettendo così al paziente di sviluppare gli anticorpi necessari.

Come funziona il vaccino “made in Italy”

Questo adenovirus di gorilla infatti non viene subito riconosciuto dal sistema immunitario del corpo umano. Questo gli permetterebbe di avere abbastanza tempo per portare a termine la creazione di anticorpi.

L’obiettivo dell’azienda è quello di trovarsi pronta alla produzione di massa del vaccino, qualora dovesse rivelarsi funzionante. Tanto che in queste settimane l’azienda ha implementato i lavori per ampliare l’impianto di produzione, ad esempio installando due bioreattori da tremila litri ciascuno.

Preghiamo per gli scienziati che lavorano per il bene dell’uomo

Si parlerebbe infatti di milioni di dosi di vaccini, da produrre e distribuire in un periodo ridotto, per fare fronte anche alla domanda di Paesi esteri. Considerando però, spiega l’azienda, che qualora il vaccino dovesse funzionare la priorità verrà data ai pazienti italiani.

Preghiamo il Signore perché possa dare la capacità agli scienziati di lavorare per il bene dell’umanità e di scacciare questo virus che ha provocato morte e terrore in tutto il pianeta, evitando che possa ripresentarsi e diffondersi nuovamente anche nel nostro Paese in futuro. Che il Signore ci doni la libertà dal male e dalle malattie del corpo e dell’anima, affinché l’umanità possa camminare libera e sicura nella Sua strada di salvezza.

Giovanni Bernardi

Giovanni Bernardi

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Giovanni Bernardi

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