Il Ministro Speranza sottolinea come il vaccino sviluppato ad Oxford abbia visto la collaborazione del laboratorio di Pomezia e delle eccellenze italiane.
Il Ministro della Salute assicura inoltre di aver raggiunto un accordo con AstraZeneca, azienda produttrice, per la fornitura di 60 milioni di dosi entro l’anno.
I dati clinici degli ultimi mesi incoraggiano tutti sullo stato di salute dell’Italia e sull’andamento della crisi sanitaria. Tuttavia la lotta contro il Coronavirus non è finita e lo sottolinea quest’oggi in parlamento il Ministro della Salute: “Non esiste il rischio zero, senza il vaccino non dobbiamo sottovalutare il rischio della pandemia. La circolazione del virus accelera e non perde potenza”. Una frase che non vuole spaventare gli italiani, ma che li vuole rendere coscienti che il pericolo ancora oggi esiste.
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L’unica certezza la si avrà il giorno in cui sarà pronto un vaccino efficace. Al momento non vi è certezza nemmeno sulla riuscita dei candidati vaccini, ma uno dei più promettenti è quello sviluppato dall’Università di Oxford con la collaborazione del laboratorio di Pomezia. In tal senso Speranza è stato molto chiaro, ribadendo come la posizione dell’Italia è che il vaccino non è un bene per pochi, ma assoluto ed in quanto tale non ci devono essere accordi esclusivi. Questa lotta è portata avanti dall’Italia insieme a Germania, Francia e Olanda ed in questi giorni sembra che l’Unione Europea tutta si stia muovendo in questa direzione.
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Grazie all’impegno dei governi, il vaccino dunque sarà pubblico e probabilmente pagato dallo Stato per garantire una volta per tutte la sicurezza della cittadinanza. Per quanto riguarda gli accordi esclusivi delle nazioni con le case farmaceutiche, il Ministro della Salute ha tranquillizzato tutti spiegando di aver già firmato un accordo con AstraZeneca, l’azienda produttrice del vaccino Oxford-Pomezia.
In un momento successivo Speranza sottolinea l’origine italiana di questo vaccino: “È una bella notizia che il vettore virale del vaccino di AstraZeneca, su cui ha lavorato in primis l’Università di Oxford, è fatto a Pomezia”.
Inoltre l’infialamento verrà fatto ad Anagni, due segnali che dimostrano come l’Italia con le sue competenze ed i suoi esperti è attiva nella lotta al Covid-19. Una sottolineatura, questa del ministro, che vuole evidenziare il ruolo centrale dell’Italia e dell’eccellenza italiana a livello globale. Mai troppo scontato, specie dopo il lockdown, periodo in cui siamo stati presi di mira per la gestione dell’emergenza.
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Luca Scapatello
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