Il Santuario di Vallepietra dedicato alla Santissima Trinità, chiuso dal 3 Novembre al 30 Aprile, viene aperto solo il 16 Febbraio.
Per celebrare la Santissima Trinità -Padre, Figlio e Spirito Santo- vogliamo raccontare la storia di uno dei più caratteristici Santuari italiani. Il Santuario di Vallepietra la ricorda anche il 16 Febbraio (oltre che nella domenica successiva a quella di Pentecoste), data legata ad un’apparizione.
Si tratta di un Santuario che si trova nel comune di Vallepietra (RM), appartenente alla Diocesi di Anagni-Alatri, posizionata sul confine tra il Lazio e l’Abruzzo.
Molti pellegrini, ogni anno, e nelle date indicate dalla Diocesi, che ricordano i momenti salienti di questa devozione e dell’apparizione della Santissima Trinità sul Monte Autore, si ritrovano ai piedi della montagna, per avviarsi a raggiungere il Santuario.
In processione, benedetti e guidati dal loro Vescovo, in meno di 3 ore, giungono a destinazione. Vanno a visitare la grotta, che conserva l’immagine della Santissima Trinità.
I fedeli, poi, escono da quel luogo santo senza mai dare le spalle all’effige, in segno di grande rispetto.
All’interno del Santuario c’è anche un dipinto di Santa Giuliana da Nicomedia. Anch’essa si celebra il 16 Febbraio, come, secondo la tradizione, “il giorno della Sagra della Trinità” di Vallepietra.
La presenza di Santa Giuliana di Nicomedia, fa pensare ad una possibile origine orientale del culto, come suggerisce anche l’atteggiamento benedicente delle tre Persone della Trinità. “Le tre persone sono perfettamente uguali, ciascuna con un libro sorretto dalla mano sinistra e con la mano destra nell’atto di benedire alla maniera greca, cioè unendo pollice a anulare”.
Sono due le leggende più accreditate e diffuse, in merito alla presenza del dipinto in quel luogo.
La prima riguarda una pergamena, su cui si leggeva che “due ravennati, residenti a Roma, si portarono sul monte Autore per sfuggire alla persecuzione di Nerone. Qui furono visitati dagli Apostoli Pietro e Giovanni che, sbarcati a Francavilla, avevano attraversato il Regno di Napoli.
Un Angelo, apparso ai quattro, portò loro dal cielo il cibo e fece scaturire dalla terra la sorgente. Il giorno seguente, apparve la Santissima Trinità, che benedisse il monte Autore, alla pari del Sinai e dei luoghi santi della Palestina”.
La seconda leggenda racconta di un contadino che “mentre arava il terreno in cima al colle della Tagliata, vide cadere, nel sottostante precipizio, i buoi e l’aratro. Portatosi sul ripiano alla base della grande parete rocciosa, vide, con grande meraviglia, i buoi inginocchiati davanti ad un misterioso dipinto della Trinità, apparso all’interno di una piccola grotta. L’aratro era rimasto in alto impigliato in una sporgenza della roccia”.
Il Santuario della Santissima Trinità di Vallepietra, dunque, si trova in alta montagna, precisamente a 1337 metri s.l.m..
La costruzione è abbarbicata al di sotto di un grande masso, lungo la parete del monte Autore (1885 metri s.l.m.).
Il percorso dei pellegrini, che partono da Vallepietra, è di 14 chilometri. Il luogo è collegato ai Benedettini di Subiaco e l’affresco, all’interno di una grotta, è in stile bizantino.
Ogni gruppo di pellegrini porta, fin li in alto, lo stendardo della parrocchia o del comune di appartenenza. Molti portano con se dei fiori, da lasciare in omaggio nel Santuario, mentre tanti uomini si caricano sulle spalle il ramo di un albero, preso lungo il tragitto, in segno di penitenza e devozione.
Solitamente, i gruppi di pellegrini passano tutta la notte in quel luogo, cantando e pregando fino all’alba. Il giorno dopo, viene intonato il “pianto delle zitelle”, un canto tradizionale, eseguito da un gruppo di donne di Vallepietra, che ricorda gli eventi salienti della Passione di Cristo.
Il “pianto delle zitelle” è stato attribuito a colui che fu Abate del Santuario dal 1685 al 1725, ossia Fra’ Francesco Tozzi, che si rifece, probabilmente, al “pianto della Madonna” composto da Jacopone da Todi, il religioso e poeta che oggi è Beato.
Il Santuario rimane chiuso, abitualmente, dal 3 Novembre al 30 Aprile, ma il 16 Febbraio viene riaperto, proprio in ricordo dell’apparizione della Santissima Trinità.
Singolare è sapere che, nei dintorni di quelle terre, vennero girate molte delle scene del film western, con Bud Spencer e Terence Hill, dal titolo “Lo chiamavano Trinità”!
O Santissima Trinità, unico Dio in tre Persone, Dio nascosto, ma vicinissimo ad ognuno di noi, ti lodiamo, ti adoriamo, ti ringraziamo.
O Trinità divina, da te veniamo, a te guardiamo, in te viviamo.
Sorgente della nostra pace e sicuro approdo della nostra speranza, aiutaci a trasformare sempre la nostra vita in pellegrinaggio verso di te e verso i nostri fratelli.
Da forza e vigore al nostro amore per generare un’umanità nuova e perché i nostri giorni si nutrano di giustizia e di pace.
Aiutaci a preparare un mondo come a te piace, a servizio del Vangelo, condividiamo la vita e la missione della Chiesa, per la pace e la gioia della città degli uomini. Amen.
Antonella Sanicanti
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