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Domenica di Pentecoste: cosa ci dicono le parole di fuoco dello Spirito Santo

Le letture della domenica di Pentecoste (termine greco che significa cinquantesimo giorno) ci ricordano che, al sopraggiungere di quella data, i discepoli si trovavano riuniti nello stesso luogo.


Il videocommento di don Massimilaino Scalici, sacerdote diocesano di Palermo, ci dice: Gli apostoli, infatti, giunto il cinquantesimo giorno dopo la Pasqua, rompono il loro isolamento e, dalla casa in cui si trovano, escono a proclamare le meraviglie di Dio con una forza straordinaria. Questo racconto non può non essere di stimolo anche per noi che viviamo tempi di incertezza, di blocco e di paura”!

Solennità della Pentecoste: lo Sprito Santo ci trasforma

“Sette settimane dopo Pasqua, gli ebrei celebravano una festa di ringraziamento, perché l’entrata nella terra promessa aveva compiuto ciò che il Signore aveva promesso al suo popolo, per mezzo di Mosè: il dono di una terra dove scorrono latte e miele. Ed ecco (…) la Pentecoste, da festa di ringraziamento per il dono della terra promessa, diventa la festa in cui Dio ci colma, oltre che dei frutti della terra, dei frutti dello Spirito”.

In questo modo, “Dio trasforma le nostre feste e gli appuntamenti annuali della nostra tradizione culturale in occasioni portatrici di nuove opportunità”. E non possiamo certo negare che fa lo stesso anche nelle nostre vite, quando a lui ci afficiamo sinceramente. Quando l’evangelista Luca ci parla delle fiamme dello Spirito Santo, vuole, in effetti, dirci che “lo Spirito Santo diede agli Apostoli delle lingue – giacché la lingua è quell’organo del nostro corpo senza il quale non ci è dato di proferire discorsi e di articolare parole in suoni – cioè delle parole forti, luminose e roventi come il fuoco. Si, la Pentecoste è la discesa dal cielo, cioè da Dio, al quale Gesù Cristo è asceso, delle parole di fuoco che compongono il Vangelo. E, del resto, per quale motivo Gesù parla agli Apostoli dello Spirito Santo come di Spirito di verità?”.


Lo Spiritto Santo ci ispira profezie?

Lo Spirito è il testimone autentico e “cristallino di Gesù Cristo. Lui attesta esattamente tutta la verità di Gesù Cristo, che è la stessa verità del Padre. (…) Quando si parla di doni e poteri carismatici, non dobbiamo andare a pensare a chissà quali virtù miracolose. Lo Spirito è profetico, perché ci fa annunciare l’unica profezia di Dio, il Vangelo. Le profezie private, sono sinonimo di idiozie, attenzione! Dio non ha null’atro da dirci che suo Figlio. I movimenti chiamati “carismatici” devono sapere che alla base di una vita equilibrata nello Spirito Santo c’è la profezia del Vangelo. Se no, essi diventano sette di maghi, altro che gruppi di gente unta dallo Spirito”!

Dalla torre di Babele a Pentecoste

Don Massimiliano Scalici ci porta oltre questa riflessione e ci parla di un capovlgimento dell’episodio della torre di Babele, in cui l’uomo voleva “salire al cielo”, essere onnipotente come Dio. Non l’uomo sale al cielo, ma è Dio che scende sulla terra, e lo fa, al contrario dei babelitani, con la pluralità delle espressioni. Certo, unico è il Vangelo, la Rivelazione, come unico è il Figlio e come uno è lo Spirito, che però agisce tutto in tutti.

Eppure, l’unico Vangelo contempla 4 versioni, Matteo, Luca, Marco, Giovanni. E l’unico Vangelo si inscrive persino nella storia plurale e complessa di tutti gli uomini. (…) Ciò che fa veramente l’unità è il mettere insieme le diversità. Ecco allora il senso della Pentecoste: lo Spirito è la festa delle lingue, dei discorsi nuovi, dei canti nuovi, delle opportunità nuove e il garante della diversità. Perché, finché tu ami e cerchi chi la pensa come te, amerai te stesso. Ma quando uscirai da te stesso per andare verso l’altro, il diverso da te, allora tu finalmente farai la più bella ed esaltante esperienza d’amore”.

photo web source

 

Tutti i videocommenti di don Massimiliano Scalici sono su YouTube e anche sulla pagina Facebook “Videocommento alla Parola di Dio”; @valorizzareiltempo.

Don Massimiliano Scalici è anche autore del libro “Dio ti perdono. La misericordi a capovolta”. Il testo è un diario a quattro mani che esplora il dialogo tra una donna che vive un grande dolore e la sua guida spirituale.

Leggi anche – Domenica dell’Ascensione: davvero Gesù è con noi ogni giorno?

Antonella Sanicanti

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