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Valorizziamo il tempo: Dio: un’evidenza o una scoperta?

“Cari amici, (…) felice anno nuovo a tutti voi (…). Precisamente un anno fa, (…) inauguravo la rubrica “Valorizzare il tempo”, che perciò oggi compie un anno. (…) Sono stato felice di valorizzare una bella parte del mio tempo per regalare a voi l’inestimabile ricchezza della Parola di Dio”.

 

Questo è il videocommento dell’1 Gennaio (giorno in cui si celebra Maria, Madre di Dio) di don Massimiliano Scalici, sacerdote diocesano di Palermo.

Ci sono molti sacerdoti che usano i Social per arrivare ai fedeli. Noi scegliamo di proporre i videocommenti di don Massimiliano Scalici per il suo modo “pratico” di parlare di Dio. “Io ho optato per un altro servizio e cioè quello di offrire un approfondimento a casa vostra, senza bisogno che andiate chissà a quale conferenza. Quindi, per “valorizzare il tempo”, io intendo “approfondimento”, non “economizzazione” del tempo“.

Il lavoro di YouTuber di don Massimiliano Scalici è iniziato sin dall’1 Gennaio del 2019, con la festività di Maria, Madre di Dio. Da allora, puntualmente, domenica dopo domenica, si preoccupa di realizzare un videocommento e di porlo sul suo canale. Potete trovarli tutti, digitando il suo nome o il nome della rubrica: Valorizzare il Tempo.

Valorizzare il Tempo: Dio vede solo il bene che è in noi

La prima lettura dell’1 Gennaio 2020 è stratta dal Libro dei Numeri (6,22-27), la seconda dalla Lettera di San Paolo ai Galati (4,4-7); il Vangelo è di Luca (2,16-21), riguardante la visita dei pastori al Bambin Gesù.

Nella prima lettura, “Mosé riferisce ai figli di Aronne, la stirpe sacerdotale del popolo di Israele, ciò che il Signore vuole che essi facciano: farsi mediatori della benedizione di Dio”, spiega don Massimiliano Scalici. La benedizione che tramite loro giungerà agli uomini, dunque, sarà quella di Dio stesso. Dio perciò ci guarda, “essere guardati da Dio significa essere da lui beneficati, perché Dio vede solo il bene, non il male”. 

Valorizziamo il tempo: Dio ci rende liberi

La seconda lettura dice che “l’Apostolo Paolo, (…) da buon fariseo, era stato un cultore sfegatato della Torah, intesa e concepita come legge. Per questo, Paolo, quando sulla via di Damasco ha conosciuto Gesù, egli ha conosciuto anche cosa significasse la grazia, la gratuità di Dio”. Infatti, Dio ci concede la liberazione dalla schiavitù del peccato e dalla “concezione legislativa della fede, per la quale credere equivaleva al compimento di norme, di prescrizioni e di decreti, attraverso i quali gli uomini pensavano di ingraziarsi in tal modo Dio”.

 

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Vangelo: i pastori e Maria

Don Massimiliano Scalici spiega: “Nel giorno della solennità di Maria, Madre di Dio, ma anche a conclusione del grande giorno di Natale, durato una settimana, due sono le coordinate di questa pagina evangelica: i pastori e Maria. I primi ci indicano cosa significa credere; lei, la Madre, ci mostra il contenuto della fede”. Maria serba la Parola di Dio nel suo Cuore, perché rimanga feconda, sempre.

“Dio è da cercare nel volto umano delle persone, poiché l’indizio che i pastori ricevono dagli Angeli li conduce ad una famiglia, alle relazioni umane, all’accoglienza della vita, alla tenerezza, alla maternità, alla paternità, all’amicizia, all’amore verso l’altro e al rispetto del diverso, del più fragile, della donna e del bambino, del povero e dell’onesto lavoratore, di colui che crede diversamente da te e di colui che ha un orientamento affettivo, non per sua colpa, diverso dal tuo.

Lì troverete Maria, Giuseppe e il bambino, in ciò che non è scontato, che non è evidente. Perché Dio non è evidenza, non è calcolo, non è precomprensione, non è acquisizione; Dio è solo scoperta, fatto che ci sorprende perché nasce proprio dove nessuno vorrebbe che Dio nascesse”.

Don Massimiliano Scalici: “Dio ti perdono. La misericordia capovolta”

Ricordiamo che don Massimiliano Scalici è anche autore del libro “Dio ti perdono. La misericordi a capovolta”, testo che mette in evidenza quanto possa essere importante la guida di un sacerdote, preparato e consapevole, per ogni persona che Dio gli affida.

Gli autori del libro sono due, in realtà: il sacerdote e Loretta, pseudonimo -quest’ultimo- di una donna che urla a Dio il proprio dolore e che, per ovvie ragioni, ha scelto di rimanere anonima.

Antonella Sanicanti

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