“Cari fratelli, quest’anno, la II domenica d’Avvento coincide con la solennità dell’Immacolata. (…) Questa seconda tappa del cammino di Avvento celebriamola con lo sguardo rivolto a lei e accendendo quella che possiamo intitolare “la candela della luce di Maria”.
Questo è il videocommento domenicale di don Massimiliano Scalici, sacerdote diocesano di Palermo.
Ci sono molti sacerdoti che usano i Social per arrivare ai fedeli. Noi scegliamo di proporre i videocommenti di don Massimiliano Scalici per il suo modo “pratico” di parlare di Dio. “Io ho optato per un altro servizio e cioè quello di offrire un approfondimento a casa vostra, senza bisogno che andiate chissà a quale conferenza. Quindi, per “valorizzare il tempo”, io intendo “approfondimento”, non “economizzazione” del tempo“.
Il lavoro di YouTuber di don Massimiliano Scalici è iniziato sin dall’1 Gennaio del 2019, con la festività di Maria, Madre di Dio. Da allora, puntualmente, domenica dopo domenica, si preoccupa di realizzare un videocommento e di porlo sul suo canale. Potete trovarli tutti, digitando il suo nome o il nome della rubrica: Valorizzare il Tempo.
La II domenica di Avvento, del nuovo anno liturgico A, riporta la prima lettura dal Libro della Genesi (3,9-15.20), la seconda dalla Lettera di San Paolo agli Efesini (1,3-6.11-12) e il Vangelo di Luca (1,26-38), riguardante l’annuncio dell’Arcangelo Gabriele a Maria.
Nella prima lettura, si parla della tentazione in cui Adamo ed Eva cadono, a causa delle persuasive parole del serpente. Don Massimiliano Scalici spiega: “Il male viene da un uso errato della libertà, di cui il serpente è la concretizzazione. (…) Dio crea, ma non è possessivo, in quanto lascia l’uomo libero anche di sbagliare.
Il serpente, invece, convince l’uomo che la libertà è vera, se è assoluta; che l’uomo è veramente libero, quando non ha limiti”. Il male, dunque, da una visione distorta della realtà, tanto che Adamo si vergogna di essere nudo, come mai prima di allora! Ma Dio ripara a tutto questo, ponendo inimicizia tra la donna (Eva, la madre di tutti i viventi, rappresentante l’umanità intera) e il serpente, “cioè una rottura, ossia un soggetto di rottura (…) questo soggetto è il Messia, il Cristo”. E Maria, sua e nostra Madre, sarà la nuova Eva, “segno dell’umanità redenta”.
La seconda lettura è un inno con cui “i fratelli di questa comunità sono invitati a rileggere ciascuno la propria storia, alla luce del disegno di Dio che è stato manifestato agli uomini per mezzo di Gesù Cristo. (…) Sapete cosa vuol dire questo discorso? Che l’Incarnazione di Dio nell’uomo Cristo Gesù non è causata dal peccato, ma era stata decisa da sempre dal Padre!
Questi ha generato infatti il primogenito di tutta la creazione. Ha generato un Figlio, e in lui, ha generato tutti noi, considerati già figli suoi adottivi ancor prima di essere creati”. Dio ci ha scelti e nessuna delle nostre storie di vita è, dunque, sbagliata; non è “nuda” come vorrebbe farci credere il serpente.
Don Massimiliano Scalici sottolinea: “L’angelo Gabriele è proprio l’ambasciatore della gioia di Dio. A Maria dice: “Rallegrati, perché Dio è con te”. Questo è l’annuncio che noi credenti siamo chiamati a portare, ai nostri fratelli ingannati, ai quali il maligno reca un contro-annuncio che suona così: “Dio non è con te, non ti dice la verità, non ti vuole bene”.”.
In questo modo, la missione affidata da Dio a Gabriele sarà anche la nostra; in questo modo, come Maria, comprenderemo la volontà di Dio che si manifesta anche attraverso il nostro operato. Ci sarà chiaro perché lui ci abbia fatti a sua immagine e che, pertanto, non abbiamo bisogno di sostituirci a lui, in quanto siamo già in lui! “Dio, davanti al dono della libertà, si ferma. Ma davanti al nostro “eccomi”, si scatena e fa un’opera straordinaria, perché pur essendo l’Onnipotente, il suo amore non è possessivo, ma gratuito”.
Ricordiamo che don Massimiliano Scalici è anche autore del libro “Dio ti perdono. La misericordia capovolta”, testo che mette in evidenza quanto possa essere importante la guida di un sacerdote, preparato e consapevole, per ogni persona che Dio gli affida.
Gli autori del libro sono due, in realtà: il sacerdote e Loretta, pseudonimo -quest’ultimo- di una donna che urla a Dio il proprio dolore e che, per ovvie ragioni, ha scelto di rimanere anonima.
Antonella Sanicanti
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