“Dio non vede l’ora di riconoscerci”! Con queste parole don Massimiliano Scalici, sacerdote diocesano di Palermo, da inizio al suo videocommento domenicale.
Iniziamo questa rubrica con il racconto di Zaccheo, pubblicano e peccatore, tratto dal Vangelo della XXXI domenica del Tempo ordinario.
Oggigiorno, ci sono molti sacerdoti che usano i Social per arrivare ai fedeli. Noi scegliamo di proporre i videocommenti di don Massimiliano Scalici per il suo modo “pratico” di parlare di Dio. Le sue parole mettono da parte la profonda preparazione teologica per trasferire agli ascoltatori il linguaggio biblico della vita di ogni giorno, permeandolo di quel significato indispensabile che permette all’uomo di riconoscere Dio in se stesso e negli altri.
Il lavoro di YouTuber di don Massimiliano Scalici è iniziato sin dall’1 Gennaio del 2019, con la festività di Maria, Madre di Dio. Da allora, puntualmente, domenica dopo domenica, si preoccupa di realizzare un videocommento e di porlo sul suo canale. Potete trovarli tutti, digitando il suo nome o il nome della rubrica: Valorizzare il Tempo.
Don Massimiliano Scalici: attualizzare la Parola di Dio
Attualizzare la parola di Dio, sentirla viva e vera nel nostro tempo, ci permette di comprendere che il Signore parla oggi ad ognuno di noi. Lui vuole salvarci tutti e non separarsi da nessuno dei suoi figli. E’ giusto ed opportuno, dunque, che ogni guida spirituale cristiana crei quel canale necessario tra il Creatore e l’uomo, tra la sua Parola e la nostra esistenza.
Con il videocommento (versione integrale) qui allegato, vi diamo un esempio di come don Massimiliano Scalici riesca a farlo, a beneficio di ogni persona che intenda trovare la propria strada di conversione.
Valorizzare il Tempo: cosa ci insegna l’episodio di Zaccheo?
La XXXI domenica del Tempo Ordinario riportava la prima lettura dal Libro della Sapienza (11,22-12, 2), la seconda dalla 2 Lettera di San Paolo ai Tessalonicesi (1,11-12.2) e il Vangelo di Luca (19,1-10), riguardante la conversione di Zaccheo.
Don Massimiliano dice: “Dio non vede il male e, di conseguenza, quando preferiamo rimanere dominati dal male, facciamo si che lo sguardo di Dio non si volga su di noi. Se invece, vogliamo cambiare vita, cercando di vedere Dio -ma anche di farci vedere da lui- allora la storia di Zaccheo” può essere emblematica per noi.
Ogni uomo cerca lo sguardo di Dio, perché ha il desiderio di sentirlo presente, nella propria vita. Allora perché, se Dio ci parla, spesso nemmeno ce ne accorgiamo? Eppure, l’amore di Dio è riscontrabile in ogni cosa, ma forse noi non siamo pronti a distinguere il suo creato dal male, che -pur presente nel mondo- lui non ha mai concepito. Il male esiste ed è proprio esso che ci separa da Dio.
Dio chiude gli occhi sui nostri peccati
Il Libro della Sapienza ci dice che, davanti al peccato dell’uomo, Dio chiude gli occhi, proprio perché sulle nostre mancanze non può esserci il suo sguardo e preferisce non vederci ridotti in quello stato miserabile. Dio ci favorisce in questo ed aspetta che noi ci liberiamo dal peccato e ritorniamo alla forma originaria, quella di figli “salvabili”.
“Chiudi gli occhi sui peccati degli uomini, aspettando il loro pentimento. Tu infatti ami tutte le cose che esistono e non provi disgusto per nessuna delle cose che hai creato”.
In questo consiste la compassione di Dio che ci attende, aspettando il nostro pentimento. Dio, dunque, si comporta esattamente come noi, quando, delusi da un amico o da un familiare, diciamo: “non ti riconosco più” e aspettiamo con pazienza, che rinsavisca.
Zaccheo: si svela a Dio e cambia vita
Nel Vangelo di Luca, quando Zaccheo, capo dei Pubblicani, dell’ufficio delle imposte dell’epoca, viene a sapere che Gesù sarebbe stato a Gerico, la sua città, trova il modo di individuarlo tra la folla. Lui è certamente un peccatore, un uomo che ammette di aver frodato il prossimo, di essersi impossessato di ciò che non gli apparteneva, di aver approfittato della povera gente, perché il potere derivante dal suo lavoro glielo permetteva. Zaccheo è certamente una di quelle persone davanti al quale Dio chiude gli occhi, per non vederne il marcio.
In quale momento Dio ri-posa il suo sguardo su di lui e perché? Quando Zaccheo compie un primo passo, che fa presagire la sua volontà di cambiare vita! Lui, basso di statura, sale su un albero, un sicomoro. Così scorge Gesù Cristo e, nel contempo, si fa vedere, si mostra, si svela, sgusciando dalla coltre del male, del peccato, che lo circondava e gli impediva di mostrarsi a Dio e, di conseguenza, di essere guardato da lui.
Il peccato ci riduce a figli di Dio di “bassa statura”
Alla “bassa statura” -come a quella emblematica di Zaccheo- ci riduce il peccato. Gesù, però, quando volge lo sguardo su Zaccheo, lo vede in profondità. Vede l’uomo da salvare, non i suoi peccati o le ricchezze che ha usurpato e dice: “Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua”. Ed è questa una “chiamata” che dovremmo sentire rivolta a ciascuno di noi.
Gesù ci visita oggi, deve visitarci oggi, perché è necessario che la nostra vita venga ripulita al più presto dal peccato. Perché ciò avvenga, Gesù viene a casa nostra, non dobbiamo fare altro che aprirgli la porta. Dice don Massimiliano Scalici: “Lasciamo che queste parole si incidano nel nostro cuore, perché sono parole che ci salvano”. “ “Oggi” indica il tempo di Dio. Dio non è storia passata e neanche probabilità futura, Dio è un fatto che accade ora, è un incontro reale, vero, storico che cambia la vita”. “Dio vuole incontrare Zaccheo, deve incontrare Zaccheo, Dio vuole a tutti i costi salvare me, anche al prezzo di morire in croce per me”.
Tutti noi siamo preziosi, non per ciò che facciamo, ma per ciò che siamo: “immagine di colui che si è fatto uomo”, che è di fronte a Zaccheo ed è anche di fronte a me, a te, che ascolti la Parola di Dio.
Zaccheo si propone di riparare ai danni che ha fatto. “Non vuole rassegnarsi alla bassa statura, vuole crescere, vuole diventare ciò che lo rende uomo”. Ecco che Gesù, allora, può riconoscere in lui l’immagine di Dio e la sua dignità di creatura salvata. La considerazione che Dio riserva a tutti noi, sia la stessa che noi abbiamo per gli altri, per coloro che consideriamo ancora lontani dalla fede.
Don Massimiliano Scalici: “Dio ti perdono. La misericordia capovolta”
Ricordiamo che don Massimiliano Scalici è anche autore del libro “Dio ti perdono. La misericordia capovolta”, testo che mette in evidenza quanto possa essere importante la guida di un sacerdote, preparato e consapevole, per ogni persona che Dio gli affida.
Gli autori del libro sono due, in realtà: il sacerdote e Loretta, pseudonimo -quest’ultimo- di una donna che urla a Dio il proprio dolore e che, per ovvie ragioni, ha scelto di rimanere anonima.
Antonella Sanicanti
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