Vangelo di oggi 10 Febbraio 2025: Mc 6, 53-56 | Commento di Papa Francesco

Meditiamo il Vangelo del 10 Febbraio 2025, iniziando la giornata con una profonda riflessione sulla Parola del Signore. 

Vangelo del 10 febbraio 2025
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Dal Vangelo di oggi: «La gente subito lo riconobbe e, accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse».

Santa Scolastica, vergine

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 6, 53-56

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata fino a terra, giunsero a Gennèsaret e approdarono.

Scesi dalla barca, la gente subito lo riconobbe e, accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse.

E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e quanti lo toccavano venivano salvati.

Parola del Signore.

Lode a Te O Cristo

udienza generale Papa Francesco
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Commento al Vangelo di Papa Francesco

Dio lavora, continua a lavorare e noi possiamo domandarci come dobbiamo rispondere a questa creazione di Dio, che è nata dall’amore perché Lui lavora per amore. Così «alla “prima creazione” dobbiamo rispondere con la responsabilità che il Signore ci dà: “La terra è vostra, portatela avanti; fatela crescere!”». Perciò «anche per noi c’è la responsabilità di far crescere la terra, di far crescere il creato, di custodirlo e farlo crescere secondo le sue leggi: noi siamo signori del creato, non padroni».

Ed «è la nostra risposta alla “prima creazione” di Dio, è la nostra responsabilità!». «Un cristiano che non custodisce il creato, che non lo fa crescere, è un cristiano cui non importa il lavoro di Dio, quel lavoro nato dall’amore di Dio per noi». Noi rispondiamo: custodire e far crescere il Creato, lasciarci riconciliare con Gesù, con Dio in Gesù, in Cristo, ogni giorno, e non rattristare lo Spirito Santo, non cacciarlo via: è l’ospite del nostro cuore, quello che ci accompagna, ci fa crescere”. (Omelia Santa Marta, lunedì, 9 febbraio 2015)

Fonte: vaticannews.va.it

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