Vangelo di oggi 12 marzo 2025: Lc 11,29-32 | Commento di Papa Francesco

Meditiamo il Vangelo del 12 marzo 2025, iniziando la giornata con una profonda riflessione sulla Parola del Signore. 

gesù nel tempio
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Dal Vangelo di oggi: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona».

Mercoledì della prima settimana di Quaresima

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 11,29-32

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione.

Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.

Nel giorno del  giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».

Parola del Signore.
Lode a Te O Cristo

udienza generale Papa Francesco
Papa Francesco (ansa foto)-lalucedimaria.it

Commento al Vangelo di Papa Francesco

Perché questi dottori della legge non capivano i segni del tempo? E chiedevano un segnale straordinario? Gesù glielo ha dato. Perché non capivano? Prima di tutto perché erano chiusi. Erano chiusi nel loro sistema, avevano sistemato la Legge benissimo. Un capolavoro. Tutti gli ebrei sapevano che cosa si poteva fare e che cosa non si poteva fare, fino a dove si poteva andare, era tutto sistemato. E loro erano sicuri lì.

Loro non capivano che Dio è il Dio delle sorprese. Che Dio è sempre nuovo. Mai rinnega sé stesso, mai dice che quello che aveva detto era sbagliato. Mai. Ma ci sorprende sempre. E loro non capivano e si chiudevano in quel sistema, fatto con tanta buona volontà, e chiedevano a Gesù: “Ma dacci un segno!”, e non capivano i tanti segni che faceva Gesù e che indicavano che il tempo era maturo. Chiusura. Secondo, avevano dimenticato che loro erano un popolo in cammino. In cammino.

E quando si è in cammino, quando uno è in cammino, sempre trova cose nuove, cose che non conosceva, e questo deve farci pensare: io sono attaccato alle mie cose, alle mie idee, sono chiuso, o sono aperto al Dio delle sorprese?

Sono una persona ferma, o una persona che cammina? Io credo in Gesù Cristo, in Gesù, quello che ha fatto, è morto, è risorto, ed è finita la storia, o credo che il cammino va avanti verso la maturità, verso la manifestazione di gloria del Signore? Io sono capace di capire i segni dei tempi, ed essere fedele alla voce del Signore che si manifesta in essi?

Queste domande possiamo porcele oggi e chiedere al Signore un cuore che ami la Legge, perché è la Legge di Dio, che ami anche le sorprese di Dio, e che sappia che questa Legge santa non è fine a sé stessa. (Omelia Santa Marta, 13 ottobre 2024)

Fonte: vaticannews.va.it

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