“Perché dubitare del perdono? Dio è un Padre Misericordioso. Chi ama non fa mai del male. Il nostro Padre Guy ci offre una chiave di lettura al Vangelo di oggi.
La meditazione sul Vangelo della terza domenica di Settembre 2019 del nostro Padre Guy. Un momento per comprendere meglio il significato contenuto nella Parola di oggi.
Commento al Vangelo secondo Luca 14,1.7-14
L.d.M. – Nella ventiquattresima domenica del tempo ordinario, il liturgista ci pone dinanzi ad uno tra i brani di Luca più utilizzati. Uno splendido trittico di parabole.
Il vero volto di Dio nel Vangelo di oggi
P.Guy – Carissimi, pace e bene. Oggi le scritture ci invitano più che mai a contemplare il vero volto di Dio. Siamo abituati a sentire o a considerare Dio come un Padre vendicativo, un padre che colpisce, che punisce. Certamente non è colpa nostra, perché l’Antico Testamento ce lo insegna. Per esempio, nella prima lettura, tratta dal libro dell’Esodo, il Signore disse: “Ho osservato questo popolo: ecco, è un popolo dalla dura cervice. Ora lascia che la mia ira si accenda contro di loro e li divori”.
L.d.M. – Una frase dura, come non pensare a un Dio vendicativo?
P.Guy – Vi pare che Dio potrebbe avere un tale atteggiamento? In realtà la questione è di redazione e di interpretazione.
L.d.M. – In che senso?
P.Guy – Gesù, essendo il Sacramento del Padre (chi ha visto me, ha visto il Padre (Cf Gv 14,9), ci ha rivelato il vero volto di Dio: Dio è amore (1Gv 4,8), Dio è misericordioso, donde le parabole del Vangelo. Nel nome di questo amore, Dio non può fare del male all’uomo perché chi ama non può fare del male (1Co 13,5; Rm 13,10). Dio ama talmente l’uomo, da usare la Sua misericordia per non perderlo.
L.d.M. – Nel Vangelo di oggi, sono presenti tre parabole: la pecora smarrita, la moneta perduta e il padre misericordioso o figlio prodigo. Cosa hanno in comune queste tre parabole?
La Gioia nel Vangelo di oggi
P.Guy – Luca vuole presentarci un Padre misericordioso e per dimostrarlo usa queste tre parabole. Tutte hanno qualcosa in comune: la gioia.
Il pastore, trovata la pecora, fa festa con gli amici; la signora, trovata la moneta fa anche festa con le amiche; il padre, al ritorno del figlio fa festa. Gesù disse: “Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte”.
L.d.M. – Quanto è grande questo amore, questa misericordia?
P.Guy – Non c’è limite. Carissimi, Dio non ci condanna e non ci condannerà, anche se il nostro peccato è grande. Tanti di noi pensano che, visto la grandezza del peccato commesso, Dio li condannerà. Alcuni, poi, non praticano più il sacramento della riconciliazione, pensando “visto che da tanti anni che non mi sono confessato, sarebbe inutile farlo ora o, peggio, si vergognano”.
L.d.M. – E Gesù sul fatto di avere vergogna è stato più che esaustivo
P.Guy – Esattamente. Gesù ha detto: “Chi si vergognerà di me e delle mie parole (…) anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi” (Mc 8,38). Chi può pensare al posto di Dio? Isaia dice chi è stato il suo consigliere? (Cf. Is 40,13). Cari miei noi ci condanniamo da soli quando ci allontaniamo dalla sua Parola, quando non crediamo nel Figlio dell’uomo (Gv 3,18; Lc 6, 37; Mt 7,1). Nonostante il nostro peccato, Dio d’amore e di misericordia ci aspetta sempre.
L.d.M. – Questo è anche il concetto riportato nella seconda lettura?
P.Guy – Si, nella seconda lettura, vediamo come San Paolo ne renda piena testimonianza: “prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi è stata usata misericordia, perché agivo per ignoranza, lontano dalla fede, e così la grazia del Signore nostro ha sovrabbondato insieme alla fede e alla carità che è in Cristo Gesù”.
L.d.M. – Dio ha perdonato San Paolo nonostante la sua malvagità. Farà dunque la stessa cosa anche con noi?
P.Guy – Si, se apriamo il cuore e accettiamo la sua grazia misericordiosa. Dio vuole vederci vivere, perciò ha detto: “Di’ loro: Com’è vero ch’io vivo – oracolo del Signore Dio – io non godo della morte dell’empio (peccatore), ma che l’empio desista dalla sua condotta e viva. Convertitevi dalla vostra condotta perversa” (Ez 33,11). Perché tu, esiti a confessarti? Perché non vuoi riconciliarti con chi hai avuto un problema?
L.d.M. – Gesù, dunque, cosa ci ha voluto dire con queste tre parabole?
P.Guy – In queste parabole, Dio si è rivelato come principio d’un amore che cerca quello che è perduto, che perdona e crea. Dio è un padre che offre a tutti la grazia del perdono e la possibilità di un’esistenza nuova. La sua gioia sta precisamente nell’aiutare coloro che hanno deviato o sono in pericolo. Così, Gesù, proponendoci queste parabole, ci invita a prendere il nostro coraggio di ritornare al Padre come il figlio prodigo e ad essere misericordiosi come il Padre nostro che è in cielo (Cf. Lc 6,36), liberando il nostro cuore dalla malvagità, dall’ira, dal colera, dal rancore, dalla superbia.
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La preghiera di Padre Guy
Signore Gesù, donaci la gioia di lasciarci ritrovare e riabbracciare come quando, bambini, ci nascondevamo per gustare la gioia di essere cercati. La memoria dei tanti ritrovamenti della nostra vita per il dono della tua misericordia purifichi e illumini il nostro cuore, fino a farci cercatori appassionati dei nostri fratelli… perduti perché siano fratelli da ritrovare.
Chi è Padre Guy
Per i fratelli e le sorelle che seguono la Luce di Maria, anche negli incontri periodici di preghiera, Padre Guy non ha bisogno di presentazioni. Più volte ci ha infatti accompagnato sia nei pellegrinaggi (Medjugorje, Collevalenza, Montecassino, San Vittorino) che nelle celebrazioni donandoci sempre momenti di profonda riflessione con le sue omelie e le sue catechesi.
Padre Guy-Léandre NAKAVOUA LONDHET viene consacrato sacerdote il 17.07.2005 in Congo a Brazzaville. Ha iniziato i suoi primi passi come sacerdote proprio nella parrocchia di cui ora è parroco, Santa Brigida di Svezia a Roma nella borgata di Palmarola. Era il 13.09.2005 e non sapeva neanche una parola di Italiano.
Perché è in Italia
Padre Guy si trovò improvvisamente proiettato in una realtà completamente nuova: “Nella nostra Congregazione abbiamo la possibilità di scegliere tre paesi dove vogliamo esercitare il ministero sacerdotale ed essere missionari. Avevo scelto: Gabon, Messico e l’Isola della Riunione sull’Oceano Indiano. Il Consiglio Generale, che ha il diritto di mandarci dove trova più necessità. Mi propose dunque (ce lo dice con un meraviglioso sorriso) di venire in Italia a Roma.
“Che c’è da fare a Roma con tutte le chiese, che riempiono il suo territorio, esisterebbe ancora uno spazio per la missione? Sinceramente non volevo venire in Italia, non me la sentivo, ma un confratello mi aveva detto: Vai e vedrai!. Per l’obbedienza dissi di sì e decisi di venire.
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