Nel Vangelo di oggi Matteo cita una delle frasi più celebri di Gesù che racchiude in toto quella che dev’essere la vita del cristiano.
Con queste parole il Messia ribalta la tradizione e spinge i propri discepoli ad amare qualunque essere umano per essere davvero ad immagine e somiglianza di Dio.
Applicare la giustizia umana non è bastevole per meritare un posto in Paradiso, ma non lo è nemmeno per potersi definire un buon cristiano. Seguire le regole e le leggi è solo il primo passo verso un cammino di purificazione dell’anima che è lungo e tortuoso. Il buon cristiano deve saper perdonare anche chi gli fa un torto (colui che gli dà uno schiaffo) e dargli il buon esempio evitando di reagire alla violenza con la violenza. Dio vuole che amiamo ogni nostro simile e non solo chi ricambia il nostro amore, perciò Gesù invita i suoi ad amare anche chi li perseguita.
Dal Vangelo secondo Matteo (5,38-48): “In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle.
Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste»”.
Cosa ci insegna il Vangelo di oggi?
Gesù è giunto sulla terra per portare la salvezza e con essa un rinnovamento sia delle regole di vita che dello spirito degli esseri umani. Se prima della sua venuta era impensabile non rispondere ad un atto violento, adesso e proprio quello che ci viene chiesto. Con il battesimo il nostro spirito rinasce e da quel momento in noi si forma la condizione della figliolanza divina e dunque l’aspirazione all’imitazione della vita di Cristo.
Condizione indispensabile a questa nuova condizione è vivere la nostra vita sotto il comandamento dell’amore, quello che li racchiude tutti. Per farne capire l’intrinseca necessità, Gesù dice ai discepoli: “Se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani?”. Quindi li invita ad essere migliori, anzi perfetti, esattamente come lo è il nostro Padre Celeste.
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Luca Scapatello