Nel Vangelo di oggi Gesù richiama dottori e farisei, facendo capire loro come l’adesione alla Parola va compiuta mettendo al primo posto giustizia e amore.
Con l’insegnamento odierno, il Messia dimostra di tenere agli insegnamenti di Mosè e lo fa richiamando i giudei tutti a rispettarne il reale significato e valore.
Gesù attacca farisei e dottori
Dopo aver evidenziato l’ipocrita adesione alla Legge divina del fariseo che lo aveva invitato in casa Gesù nel passo odierno continua a smascherare le ipocrisie di chi si ritiene nel giusto. Davanti ad una folla nutrita, in cui ci sono anche farisei e dottori a prestare ascolto, il Messia si scaglia contro di loro, invitandoli al rispetto delle leggi di Mosé. Contrariamente a quanto pensino questi, infatti, Gesù non vuole ereticamente negare gli insegnamenti, ma vuole spiegare qual è il loro obiettivo primario.
Ecco le parole del Signore tratte dal Vangelo secondo Luca (11, 42-46): “In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle. Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo». Intervenne uno dei dottori della Legge e gli disse: «Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi». Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!»”.
Il commento al Vangelo di oggi 16 ottobre
In questo passo Gesù attacca i farisei perché ritiene che aderiscano semplicemente alle Leggi di Mosé in maniera superficiale. Essi infatti trascurano quello che è il cuore, ovvero la giustizia tra gli uomini e l’Amore di Dio. Successivamente attacca i dottori, i quali conoscono alla perfezione tutte le Leggi, ma si ritengono superiori ad esse. Mentre obbligano gli altri a rispettarle senza concedere il minimo errore, essi si permettono di trascurarle.
Cosa ci insegna questo passo? In primo luogo che l’adesione formale alla Parola di Dio è ugualmente errata alla non adesione. In secondo luogo che la conoscenza ed il rispetto delle regole non ci dà la certezza della salvezza dell’anima. Pertanto bisogna chiedersi se la nostra partecipazione alla Messa sia sentita o puro scrupolo di coscienza. Infine se l’aver ricevuto il battesimo ci sollevi dal mettere in pratica la Parola di Dio o se la vera adesione non comporti invece un costante impegno.
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Luca Scapatello