“Benedetto il Signore, Dio d’Israele”: nel passo del Vangelo odierno leggiamo la magnifica ode che Zaccaria, pervaso dallo Spirito Santo, rivolge come ringraziamento al Signore per la sua opera.
Zaccaria non è solamente riconoscente per avergli concesso un figlio che sembrava impossibile da avere, ma anche per aver mantenuto la promessa di salvare il popolo d’Israele.
Se nel momento in cui l’Angelo Gabriele gli ha annunciato la nascita del figlio era perplesso ed incredulo, tanto da meritare la punizione del silenzio, adesso Zaccaria è pervaso dallo Spirito Santo. Il sacerdote ha ormai appreso e fatto proprio il compito che avrà il figlio ed il perché Dio gli abbia concesso una simile grazia. Se prima la sua fede era cieca, frutto di un sentimento di devozione che proveniva dall’interno, adesso è piena consapevole e confermata dai fatti. Per questo Zaccaria dedica un canto a Dio e lo ringrazia per aver salvato il suo popolo.
“In quel tempo, Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo:
«Benedetto il Signore, Dio d’Israele,
perché ha visitato e redento il suo popolo,
e ha suscitato per noi un Salvatore potente
nella casa di Davide, suo servo,
come aveva detto
per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo:
salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.
Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza,
del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore, in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.
E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo
perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,
per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza
nella remissione dei suoi peccati.
Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio,
ci visiterà un sole che sorge dall’alto,
per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre
e nell’ombra di morte,
e dirigere i nostri passi
sulla via della pace”.
Chiunque si trovi a cospetto delle meraviglie e delle grazie di Dio non può che rimanere estasiato e ispirato. Così Zaccaria, consapevole che il Signore d’Israele ha mantenuto il patto stretto con Abramo e si accinge a salvare il suo popolo dalle grinfie dei nemici, gli dedica un inno in versi. La sua riconoscenza, dunque, non è legata solo alla nascita miracolosa di Giovanni Battista, ma al ruolo che Dio ha scelto per lui. Non a caso Zaccaria lo sottolinea, evidenziando l’importanza del profeta nel preparare le strade all’approdo del Messia.
Questo è il canto di redenzione che diventerà il canto dei redenti. Lo si recita in ogni circostanza, specie nel periodo in cui si attende l’Avvento. Queste parole ispirate sono un insegnamento per tutti i cristiani a riconoscere il grande dono che Dio ci ha fatto e ringraziarlo per averci permesso di giungere un giorno in Paradiso. Tale possibilità non sarebbe potuta esistere senza l’opera di Giovanni Battista ed il sacrificio di Gesù.
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Luca Scapatello
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