Il passo del Vangelo di oggi ci invita ad accogliere con gioia Gesù, in modo da poter dire con assoluta certezza che insieme a lui si giunge alla salvezza.
Invitato a casa da un Fariseo, il Messia non si lascia sfuggire l’occasione di dare una lezione di legge divina al suo ospite.
Il Vangelo del 15 ottobre
La predicazione di Gesù nelle terre della Giudea è ormai giunta alle orecchie di tutti. I racconti del suo messaggio e delle sue imprese lo hanno reso noto anche ai Farisei che cominciano a nutrire una certa curiosità. Così, mentre continuava il suo percorso in direzione di Gerusalemme viene fermato da un Fariseo che lo invita in casa. Conscio dello scetticismo che l’uomo nutre nei suoi confronti e dunque della sua mancanza di fede, Gesù decide allora di dargli una lezione sulla legge divina.
Ecco il passo tratto dal Vangelo secondo Luca (11, 37-41): “In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro»”.
Commento
A differenza delle altre occasioni in cui Gesù era stato invitato in casa, si pensi all’invito di Marta e Maria, in questa è meno disposto alla convivialità. Ha compreso che quell’invito è generato più dalla curiosità che desta la sua figura che non da una reale fede nel suo messaggio. L’obbiettivo del Fariseo, dunque, è quello di farsi un’idea in prima persona su chi ha di fronte, conoscere un uomo che ritiene degno di nota, e poter dire di averlo ospitato in casa sua.
Prima di sedere a tavola Gesù non compie le consuete abluzioni ed il Fariseo si stupisce, non tanto di un comportamento che sfida le regole igieniche, bensì che viola la Legge del tempo. Proprio quell’atteggiamento, conferma nel Messia l’idea che il suo ospite non è grato di avere in casa il Salvatore, ma vorrebbe piuttosto che gli fosse tributata gratitudine per l’invito e che fossero rispettate le leggi di quella casa. A quel punto dà lui un insegnamento sull’unica vera legge divina, l’amore e la carità nei confronti del prossimo. Ciò che ci insegna questo passo è dunque ad accogliere Gesù con vera gioia, liberi da ogni ipocrisia, per poter asserire che con lui in casa giunge la salvezza.
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Luca Scapatello