“Il mio giogo è dolce e il mio carico leggero”: Nel passo del Vangelo odierno Gesù invita tutte le persone avvilite e oppresse che hanno bisogno di essere sollevati dai carichi della vita.
Se si affideranno a lui troveranno il ristoro di cui hanno bisogno, ma soprattutto si accorgeranno che seguendo la sua via, nulla sarà più così insopportabile da sopportare.
Già in altre occasioni, come quando volle che i suoi dividessero pani e pesci con la folla, Gesù ha dimostrato di leggere le sofferenze e le fatiche umane con un solo sguardo. In questa occasione non offre solamente cibo o guarigione fisica, promette a chiunque abbia la voglia di seguirlo un futuro migliore. Sarà lui a farsi carico delle fatiche e delle difficoltà del loro mondo, e loro, affidandosi alla sua protezione trarranno giovamento sia sul momento che per tutto il resto della vita.
Dal Vangelo secondo Matteo (11, 28-30): “In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero»”.
Cosa ci insegna il Vangelo di oggi?
A Gesù basta un’occhiata per vedere le sofferenze che affliggono il cuore delle persone. Qui invita tutti coloro che stanno patendo a rifugiarsi da lui. Così facendo, affidandosi a lui e seguendo il suo esempio la vita, un tempo dura, apparirà più semplice. Con queste parole fa capire che è a conoscenza dell’impossibilità dell’uomo a sopportare tutto il carico che la vita gli sottopone. Offre allora la possibilità di affidargli tutta la nostra stanchezza ed i nostri problemi, così da poter seguire il suo esempio. Gesù si definisce inoltre “Mite e umile di cuore”, due delle caratteristiche che ogni buon cristiano deve possedere per poter seguire la strada tracciata dal Maestro. Se riusciremo a coltivarle ci accorgeremo che il ristoro offertoci è dolce e che il carico da portare è leggero.
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Luca Scapatello