“Molti verranno dall’oriente e dall’occidente”: Nel passo odierno del Vangelo, Gesù toglie i confini territoriali alla fede, spiegando come molte persone di differenti culture siederanno alla mensa di Dio.
Prima dell’avvento di Gesù, gli ebrei pensavano di essere l’unico popolo eletto, ma questo ha cambiato tutto facendo capire come la fede in Dio è unico e sufficiente attributo per diventare prescelti.
Matteo ci racconta di quando Gesù entra per la prima volta a Cafàrnao. Il suo procedere viene interrotto da un centurione romano che gli chiede aiuto. Il suo servo è molto malato e non sa come curarlo. Sa che il Nazzareno è in grado di compiere prodigi, per ciò umilmente gli si rivolge. Il Messia accetta di buon grado di dargli una mano e questo, non sapendo come ringraziarlo, si dichiara un umile peccatore, indegno di quella grazia. A tali parole Gesù risponde in un modo che sorprende tutti.
Dal Vangelo secondo Matteo (8, 5-11): “In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».
Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli»”.
Molte volte commettiamo l’errore di non ritenerci degni di accostarci alla Messa ed ai Sacramenti. Questo perché in cuor nostro sappiamo che abbiamo commesso peccati e temiamo che questi possano essere giudicati severamente. Il timore di non essere accettati da Dio ci tiene lontani dalla religione, dalla Chiesa e dal suo abbraccio misericordioso. Ma è davvero così difficile rapportarsi con Dio? Esattamente a questa domanda risponde il passo odierno.
Gesù, sebbene sappia che il centurione romano proviene da un’altra cultura e non ha mai seguito i suoi insegnamenti, comprende che in quell’uomo la fede è grande. Egli non si spaventa di chiedergli aiuto e non lo fa per un proprio interesse personale, lo fa per salvare la vita di qualcun’altro. Così anche noi se ci accostiamo a Dio con umiltà e fede, qualunque sia stato il nostro errore, questo ci accoglierà a braccia aperte. D’altronde la missione di Dio è quella di cercarci e salvarci, un compito del quale non si stancherà mai.
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Luca Scapatello
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