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Il Vangelo del Giorno

Il Vangelo di oggi ci dice: “A chi posso paragonare questa generazione?”

“A chi posso paragonare questa generazione?”: in questo passo del Vangelo Gesù si scaglia ancora contro l’ozio e la cecità dei suoi detrattori, accusandoli di aver respinto un profeta e il messia.

Per chi non ha fede ogni scusa è buona per denigrare il prossimo e rifiutare la chiamata di Dio.  Così facevano i detrattori di Cristo, pronti a trovare uno spunto per diffamarlo.

Se nel passo di ieri Gesù spiegava alle folle che Giovanni Battista era stato l’Elia che il popolo d’Israele aspettava da tempo e che lui era il Messia promesso, in quello di oggi passa all’attacco dei detrattori. Il Figlio dell’uomo non sa come definire queste persone che nonostante gli inviti al banchetto di Dio si prodigano nella ricerca di scuse per rifiutarlo. Per essi infatti qualsiasi motivazione è buona per denigrare gli altri e giustificare i propri errori. Troppo comoda la vita terrena, troppo facile accusare gli altri per evitare di fare lo sforzo di ammettere le proprie colpe.

Dal Vangelo secondo Matteo (11, 16-19): “In quel tempo, Gesù disse alle folle:
«A chi posso paragonare questa generazione? Simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: ‘Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!‘. È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: ‘È indemoniato’. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: ‘Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori’. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie»”.

Cosa ci insegna il Vangelo di oggi?

Gesù attacca i suoi detrattori, accusandoli di non saper riconoscere la chiamata di Dio nemmeno quando l’hanno di fronte. E’ successo quando Giovanni Battista ha richiamato alla conversione e succede mentre lui annuncia la vicinanza del Regno dei Cieli. Per i peccatori qualsiasi cosa va bene per attaccare chi li invita a riconoscere i propri peccati e cambiare vita. Per loro è più comodo disconoscere il Messia, piuttosto che abbandonare i propri vizi. Succedeva all’epoca di Cristo e succede anche adesso. Ma Gesù a loro dice che “la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie“. Così un domani soltanto chi ha accolto tale sapienza beneficerà dei suoi frutti. Siamo in tempo di avvento, non c’è periodo migliore per confessare i propri peccati e avvicinarsi a Dio.

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Luca Scapatello

Luca Scapatello

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Luca Scapatello

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