“Le mie parole non passeranno”: nel passo del Vangelo odierno Gesù spiega ai suoi discepoli come le sue parole, i suoi insegnamenti, non verranno dimenticati con il tempo.
Ancora una volta le parole del Messia sono profetiche, il Nazareno sa che la sua venuta non passerà sotto silenzio e non verrà dimenticata, poiché lui ha messo in atto una rivoluzione.
Dopo aver avvertito i propri discepoli dei pericoli che li attendono nel diffondere il Vangelo e di quelli che correrà chiunque si troverà a Gerusalemme, Gesù dà loro una certezza: le sue parole non saranno dimenticate. Per quanto feroci possano essere le persecuzioni ai danni dei cristiani, per quanto possa essere potente una nuova teoria o l’adesione ad un’altra religione, il cambiamento portato dal Cristo sarà impresso nella storia dell’uomo, la sua verità immutevole. Solo quando la sua parola, come un seme che si tramuta in una pianta fiorita, avrà raggiunto il proprio scopo, arriverà il tempo del Regno dei Cieli.
Dal Vangelo secondo Luca (21, 29-33): “In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:«Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».
Il Cristo ha preannunciato l’avvento di eventi nefandi e dolorosi. Il cambiamento da lui portato ha bisogno di tempo prima di crescere e sostituire il vecchio sistema; dunque rinnovamento e distruzione per un periodo cammineranno di pari passo. In effetti è proprio quello che è successo quando il Cristianesimo ha cominciato a diffondersi nell’Impero Romano. Dopo la distruzione di Gerusalemme, la fede non si è spenta, anzi si è ramificata e fortificata ed alla fine riconosciuta, a quel punto il cristianesimo sara parte integrante di Roma.
Tutto si è modificato da quel giorno in cui Gesù a pronunciato quelle parole, sia a livello sociale che naturale, ma come aveva preannunciato “Le mie parole non passeranno”. Le tracce dell’insegnamento divino le si possono trovare in ogni aspetto della cultura moderna, comprese le costituzioni nazionali dei maggiori Stati occidentali. Con questa affermazione Gesù ci vuole dare dunque una certezza, ovvero che la sua verità non è soggetta ai mutamenti dei tempi, dunque non è passeggera bensì eterna. Forti di questa verità eterna, i fedeli possono stare certi che arriverà il Regno di Dio.
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Luca Scapatello
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