“Non sono venuto a chiamare i giusti”. Nel passo del Vangelo di oggi Marco ci racconta di come Gesù rispose agli scribi che si stupivano del fatto che cenasse con pubblicani e peccatori.
Anche in questa occasione il Messia ribadisce la finalità della sua missione, convertire i peccatori affinché anche loro possano trovare la salvezza.
Partito nuovamente da Cafàrnao e giunto nei pressi del mare Gesù chiama a sé un giovane e lo invita a seguirlo. Insieme a loro, una folla di discepoli si riunisce in tavola per la cena. In quel consesso sono presenti anche gli scribi dei farisei, i quali si stupiscono del fatto che il Figlio di Dio ceni insieme a persone che sono notoriamente peccatrici. Quando sente quelle perplessità il Cristo dice loro che come un medico non si occupa di guarire chi è in salute, anche lui non è giunto per salvare chi non ha bisogno di salvezza.
Dal Vangelo secondo Marco (2, 13-17): “In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori»”.
La lezione che si evince da questo passo di Marco la si ritrova anche in altri versetti dei quattro Vangeli. Per la società d’Israele chiunque fosse considerato un peccatore era da evitare, come se le sue colpe lo rendessero d’un tratto un malato contagioso. Gesù, però, non esclude nessuno dalla sua tavola e non considera “dannato” l’uomo che ha commesso dei peccati. Quando infatti gli scribi si chiedono come mai stia in compagnia dei peccatori egli enuncia in breve la sua missione: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori”.
Tale affermazione ci sia di conforto. Non importa quale peccato abbiamo commesso, Dio è sempre pronto a prestarci orecchio e ad accoglierci qualora dimostriamo lui un vero pentimento. Nessuno è nato sprovvisto della capacità di riunirsi a Dio e finché c’è vita c’è speranza un giorno di poter nuovamente tornare sul cammino da lui tracciato. Lo dimostra il fatto che Gesù si è sacrificato per permetterci di ottenere la redenzione e che in cambio ci chiede solamente di aprirgli il nostro cuore.
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Luca Scapatello
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