“Vide e credette”: nel passo odierno del Vangelo, tratto da Giovanni, viene narrato l’episodio in cui i due apostoli hanno scoperto che Gesù era risorto.
Proprio l’Apostolo Giovanni, è colui che approfondisce il mistero della resurrezione e quello del Verbo incarnato, il primo che ha creduto alla divinità del Cristo.
Dopo la morte sulla croce, Gesù Cristo è stato deposto, avvolto in un sudario e coperto da alcuni teli. Il corpo è stato quindi portato all’interno di un sepolcro. A distanza di 3 giorni esatti dalla morte in croce, Maria di Magdala scopre che il sepolcro è stato aperto e che all’interno non si trova più il corpo del Messia. L’apostolo Giovanni è il primo a giungere nel luogo ed il primo a credere alla resurrezione di Cristo.
Dal Vangelo secondo Giovanni (20, 2-8): “Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala corse e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario che era stato sul suo capo non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette”.
Il passo di oggi ci narra dell’evento che determina la natura divina di Gesù Cristo agli occhi di tutti i cristiani. Se il suo corpo fosse rimasto nel sepolcro e si fosse decomposto come qualsiasi altro, non vi sarebbe stata prova della Resurrezione. La scomparsa della salma di Gesù fu sufficiente a Giovanni, apostolo e evangelista, per credere, agli altri invece Gesù è apparso come prova della sua resurrezione.
Proprio Giovanni è colui che ha colto più di tutti la natura divina di Gesù. Lui, l’apostolo amato dal Cristo, è stato quello che ha dato rilevanza ai segni piuttosto che ai miracoli, colui che ha compreso e spiegato il mistero del verbo incarnato che si fa uomo per salvarci; sempre lui è quello che ci spiega l’importanza dell’Eucarestia come pane di vita. La sua comprensione profonda di Gesù e dei suoi misteri fa pensare che la fonte primaria dei suoi scritti sia la Madonna. Non è un caso se Gesù gli disse prima di perire: “Figlio, ecco tua madre”. A lui la Chiesa deve molto per quanto riguarda la comprensione del messaggio e la costruzione della liturgia.
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Luca Scapatello
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