Quello di Luca può essere considerato il Vangelo che più di tutti presenta un taglio storico. Accurato nella ricerca delle fonti, il suo testo coinvolge diligentemente quella più preziosa: Maria.
Sono numerosi gli studi che nel corso degli anni hanno coinvolto esperti in materia evangelica, sotto diversi punti di vista: da quello riflessivo-teologico a quello di matrice storica.
È quanto avvenuto per l’analisi del testo evangelico di Luca, posto sotto la lente d’ingrandimento dello storico Pier Luigi Guiducci. La sua osservazione testuale gli ha permesso di confermare con decisione quanto il Vangelo di Luca (che la tradizione indica come il medico siriano, nativo di Antiochia) abbia un taglio storico e storiografico, rispetto agli altri, di matrice più teologica (Giovanni) e catechetica (Marco).
Le fonti nel Vangelo secondo Luca
Cosa ha spinto l’esperto ad affermare quanto appena detto? In primis, la raccolta di fonti di cui l’autore si è scrupolosamente servito. Ogni storico che si rispetti maneggia con cura quanto la fonte gli pone davanti ed è proprio questo che il medico siriano, grande collaboratore di San Paolo (nonché spalla destra nei suoi viaggi) ha fatto.
La fonte mariana
Di che fonti parliamo? Come sostenuto dal Prof. Guiducci, le ricerche dell’evangelista «vengono effettuate fin dall’inizio dei fatti descritti (un’ora storica, cioè, che vede profondamente coinvolta la Vergine Maria)». Lei, la Madre di Dio, ha un ruolo di primaria importanza per il testo lucano. Maria conserva nel suo cuore tutta una serie di avvenimenti legati alla vita del suo Figlio.
La Vergine Maria e i contemporanei
Maria si è dunque rivelata fondamentale per l’evangelista, sia come fonte primaria, che come intermediaria. A cosa ci si riferisce? Sicuramente al fatto che Maria, essendo stata presente in determinati momenti della vita ecclesiale, ha permesso all’evangelista di entrare in contatto con le persone a lei vicine, preziosi scrigni di una verità storica. Un altro punto curioso, quanto fondamentale, chiarito dallo storico, è il tema degli “stati d’animo della Vergine”; per fare solo un esempio, leggiamo nel testo lucano queste parole: «Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore». (Luca 2,19).
Quella “voce femminile”
È perciò la voce mariana che costituisce quella solida base su cui il testo dell’evangelista prende forma. «La presenza di Maria nella vita della Chiesa vede anche l’influenza profonda della “testimone” sui primi evangelizzatori» (Guiducci). Il Vangelo secondo Luca è ricco di queste attenzioni, dove i pensieri e le impressioni personali della Madre di Dio, si pongono a fondamento della verità. Un’ultima nota (non per importanza) lo storico l’ha voluta dedicare anche allo stile, che si rifà proprio a quello ebraico, al fine di non disperdere la memoria, mantenendo saldo il timbro e le emozioni di quella “voce femminile”.
Fabio Amicosante
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