Il terremoto vaticano che ha portato alle dimissioni del cardinale Becciu, si arricchisce di nuovi dettagli. Legati alla figura di monsignor Alberto Perlasca.
Monsignor Perlasca è stato il principale collaboratore del cardinale Becciu quando questi era Sostituto agli Affari generali della Segreteria di Stato, svolgendo il ruolo di capo ufficio amministrativo della prima sezione. Per anni si è occupato di gestire i fondi riservati e fare gli investimenti. Ora è indagato, nell’ambito della vicenda del palazzo di Londra, per peculato in concorso con Gianluigi Torzi e Raffaele Mincione, ed è uno dei sei funzionari licenziati dal Papa in seguito a questa vicenda.
L’uomo intorno a cui circolano le indiscrezioni è mons. Perlasca
Stando alle indiscrezioni giornalistiche, però, sarebbe lo stesso monsignor Perlasca l’uomo attorno a cui stanno circolando da settimane notizie e retroscena legati a queste tristi e complicate vicende di denaro legate alla Santa Sede. In questi giorni il religioso starebbe raccontando agli inquirenti tutto ciò che conosce riguardo alle presunte irregolarità di Becciu, e sue sarebbero anche le rivelazioni che hanno portato alla cacciata del cardinale da parte del Papa.
Monsignor Perlasca ha prima inviato una lettera al Papa per esprimere il suo dolore per gli scandali che hanno coinvolto anche lui. Affermando però di essere, da parte sua, in buona fede. Poi ha spiegato di volere aiutare il Papa a fare chiarezza su queste vicende poco chiare. Infine, il colloquio con gli inquirenti vaticani. E le confessioni fatte a un cardinale a lui vicino su molti retroscena delle vicende che stanno impazzendo in questi giorni sui media.
La descrizione di Becciu da parte della magistratura
Le rivelazioni di monsignor Perlasca attendono il riscontro da parte della magistratura vaticana, ma da quanto emerge il religioso avrebbe descritto la figura di Becciu come preponderante in Vaticano, tanto da fare credere a tutti che fosse la persona più vicina al Papa, anche dello stesso segretario Parolin. Per i suoi modi di fare, cortesi e pacati, e per i suoi rapporti stretti e costanti con i giornalisti, Becciu si sarebbe così ritagliato un ruolo di grande fiducia da parte del personale della Segreteria di Stato.
Becciu intratteneva però rapporti stretti anche con altri suoi “fedelissimi“, come monsignor Carlino, Fabrizio Tirabassi, Enrico Crasso, Gian Luigi Torzi, tutti indagati nell’ambito dell’inchiesta. Di Becciu, i magistrati sottolineano “la particolare disinvoltura con la quale si muove nelle alte sfere della gerarchia dello Stato, l’incessante attività posta in essere con personaggi del mondo della finanza per realizzare nuove iniziative di tipo imprenditoriale”.
Le confessioni di monsignor Alberto Perlasca
Perlasca avrebbe così confidato al cardinale la vicenda dei centomila euro alla cooperativa sarda del fratello di Becciu, Tonino. Che è stata anche la contestazione fatta dal Papa al cardinale nel momento del colloquio che ha portato alle dimissioni di Becciu. Il monsignore ha spiegato come è nata l’operazione, e che fosse legata alla costante preoccupazione del cardinale Becciu per la povertà di quei territori.
Oltre a ciò, le confessioni di monsignor Perlasca, che come già detto dovranno essere vagliate dagli inquirenti, si sarebbero poi soffermato su altri particolai, tra cui i casi dei monsignori Battista Ricca e Edgar Pena Parra, delle indiscrezioni sulla malattia del cardinale Parolin e sulla nascita dell’ospedale Mater Olbia. Intanto il Segretario di Stato della Santa sede, il cardinale Pietro Parolin, ha definito l’intera vicenda “un momento triste nel cammino della Chiesa”.
Le parole del Segretario Parolin: “un momento triste per la Chiesa”
“Speriamo che le cose si possano chiarire”, ha affermato Parolin parlando della questione del palazzo londinese. “Mi dispiace per tutti quelli che sono coinvolti: anche per loro comporta un grande dolore. Ma speriamo che si possa chiarire tutto e ci sia questa volontà da parte di tutti di seguire il Papa sulla via della correttezza e della trasparenza“, sono le parole del cardinale al termine del convegno sulla libertà religiosa organizzato dall’Ambasciata Usa presso la Santa Sede.
Alla domande dei giornalisti se altri cardinali potrebbero perdere il loro posto, Parolin ha risposto: “Non lo so!“.
Giovanni Bernardi