Continua l’opera di pulizia in Vaticano da parte di Papa Francesco. Il Pontefice ha commissariato la Fabbrica di San Pietro.
Al centro della questione c’è il tema degli appalti legati ai lavori di restauro della cupola della Basilica di San Pietro in Vaticano. Pare che questi siano stati dati senza gara e con degli ammanchi nei conti.
Il Papa commissaria la Fabbrica di San Pietro
La Fabbrica di San Pietro è un ente creato in maniera apposita per gestire l’insieme delle opere legate alla realizzazione edile e artistica della Basilica vaticana, la più grande del mondo. Si tratta, in sostanza, del cuore della Chiesa cattolica, in cui ogni anno milioni di pellegrini e turisti si recano in visita o in preghiera, le cui origini riportano alla metà del quindicesimo secolo.
Papa Francesco ha così nominato il commissario Mario Giordana. Questi avrà il compito di aggiornare gli statuti, fare ordine sull’amministrazione complessiva e occuparsi infine di riorganizzare gli uffici amministrativi e tecnici.
Le ipotesi che la magistratura dovrà accertare, su invito del Papa
I fatti in questione sono al momento solamente delle ipotesi che gli organi giudiziari vaticani dovranno approfondire e verificare. Sta di fatto che il Papa ha avviato l’inchiesta, che avrà luogo in parallelo al commissariamento.
La sala stampa della Santa Sede, con un comunicato, ha spiegato che il provvedimento ha luogo a seguito “della recente promulgazione del motu proprio Sulla trasparenza, il controllo e la concorrenza nelle procedure di aggiudicazione dei contratti pubblici della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano”.
Continua l’opera di moralizzazione del Pontefice
In sostanza, la decisione si inserisce all’interno dell’opera di moralizzazione del Pontefice anche all’interno della Santa Sede. Il commissario nominato dal Papa, inoltre, verrà appoggiato da una commissione. L’operazione è stata autorizzata con decreto del promotore di giustizia del Tribunale, Gian Piero Milano, e dell’aggiunto, Alessandro Diddi, previa informativa alla Segreteria di Stato.
Il Vaticano ha poi anche precisato che la scelta è avvenuta a seguito di una segnalazione provenuta dagli uffici del revisore generale. In mattinata sono perciò stati acquisiti i documenti e gli apparati elettronici degli gli uffici tecnici e amministrativi della Fabbrica di San Pietro.
L’incontro tra il Papa e il cardinale Comastri
La Fabbrica di San Pietro è guidata dal cardinale Angelo Comastri, che ne è presidente, oltre ad essere arciprete della Basilica Vaticana. Papa Francesco ha ricevuto il cardinale Comastri in udienza privata lo scorso 8 giugno.
Comastri apprese in quella giornata la decisione del Papa di non sostituirlo, visto che è già due anni oltre l’età canonica della pensione. Ma a dover rispondere ai magistrati sarà il vescovo Vittorio Lanzani, delegato della Fabbrica di San Pietro.
La scelta del Papa per le indagini: la solennità dei Santi Pietro e Paolo
Il commissario Giordana è lo stesso a cui il Papa affidò l’indagine interna sulla Cappella Musicale Pontificia Sistina. L’indagine, in quel caso, finì con l’allontamento di monsignor Massimo Palombella, direttore del coro, di Michelangelo Nardella, direttore amministrativo.
La data scelta dal Papa per avviare il commissariamento è il 29 giugno, solennità dei Santi Pietro e Paolo. La scelta non è casuale. Si tratta infatti di un messaggio che il Papa ha voluto consegnare pubblicamente in onore dei due santi patroni di Roma.
Le parole di Francesco sulla moralità in Vaticano
Il Papa infatti, nel nuovo codice unico per contratti e appalti approvato di recente, spiegava che “la diligenza del buon padre di famiglia è principio generale e di massimo rispetto, sulla base del quale tutti gli amministratori sono tenuti ad attendere alle loro funzioni”. Un assunto che vale per la “legge canonica in relazione ai beni ecclesiastici, ma vale in generale per ogni altro amministratore”.
Il Papa infatti ha spiegato che “la promozione di un apporto concorrente e leale di operatori economici, unito alla trasparenza ed al controllo delle procedure di aggiudicazione dei contratti, consentirà una migliore gestione delle risorse che la Santa Sede amministra per conseguire i fini che della Chiesa sono propri”.
La riforma vaticana voluta dal Papa
Nella riforma che Francesco sta portando avanti, uno dei perni riguarda la scelta di nominare presidente del Tribunale vaticano Giuseppe Pignatone, ex procuratore di Roma e uomo con grande esperienza nel settore dell’antimafia, guidando anche l’inchiesta romana nominata “Mondo di Mezzo”.
Un dato curioso, fa notare il Fatto quotidiano, è che Pignatone, al suo arrivo in Vaticano, nel ruolo di promotore di giustizia aggiunto ha trovato l’avvocato romano Alessandro Diddi, che nell’ambito dell’inchiesta Mondo di mezzo difese il principale imputato, Salvatore Buzzi.
Giovanni Bernardi
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