Continua la questione “tasse del Vaticano”, dopo l’ultima dichiarazione fatta dal cantante Fedez. La Chiesa risponde.
Fedez accusa la Chiesa di non pagare le tasse immobiliari, che a sua volta difende spiegando cos’è l’Obolo di San Pietro.
Un polverone di polemiche si è alzato dopo una dichiarazione, contro la Chiesa, fatta dal rapper Fedez: “Il Vaticano che ha un debito stimato di 5 miliardi di euro su tasse immobiliari mai pagate dal 2005 ad oggi per le strutture a fini commerciali dice all’Italia ‘guarda che con il Ddl Zan stai violando il concordato” – ha scritto in un Tweet.
La Chiesa ha dato indicazioni sulla “possibile correzione” della legge contro l’omofobia, che viola “l’accordo di revisione del Concordato”.ma si è vista attaccata su tutti i fronti, in particolare su quello economico. E, anche, in occasione della donazione del cosiddetto Obolo di San Pietro, una colletta che si fa in tutte le chiese dal 27 al 29 giugno di ogni anno. Come vengono effettivamente spesi questi soldi? A chi vanno in donazione?
“Prima di tutto, vorrei dire che la gente ha il diritto di sapere come spendiamo il denaro che ci viene dato” – spiega, in un’intervista, il Prefetto della Segreteria per l’Economia, padre Juan Antonio Guerrero Alves.
Cos’è l’Obolo? “Si parla della carità del Papa, ed è così. La carità, naturalmente, è offrire donazioni a Chiese locali, istituzioni, famiglie o persone bisognose. Ma non si tratta solo di denaro che arriva a Roma e che il Vaticano distribuisce in diverse parti del mondo per opere di carità” – continua il gesuita.
La carità del Papa arriva in ogni angolo della terra. Le donazioni vengono analizzate, in particolar modo a chi vengono donate.
Ci sono alcune che arrivano subito a destinazione nei luoghi in cui c’è bisogno. “Fino ad oggi l’Obolo ha ricevuto 21 milioni di euro in donazioni. Di questi, 8 milioni di euro sono stati distribuiti per l’evangelizzazione o per progetti sociali a sostegno delle Chiese bisognose, principalmente in Paesi dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina” – spiega don Alves.
Ma quando viene raccolto l’Obolo? In occasione della festa dei SS. Pietro e Paolo, la raccolta viene effettuata in tutte le chiese: “Le singole chiese inviano la colletta alle diocesi, e le diocesi la inviano alle nunziature, che a loro volta la inviano a Roma” – spiega – “[…] Il controllo delle entrate e delle spese è di competenza della Segreteria dell’Economia, dove ora si trova l’Ufficio dell’Obolo. Speriamo al più presto di poter rendere conto in maniera precisa ai fedeli di tutto ciò che riguarda l’Obolo di San Pietro, cominciando dalle entrate e dalle spese”.
A rispondere alle accuse è proprio il presidente dell’Apsa, l’’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica che gestisce gli immobili della Santa Sede, Monsignor Galatino: “L‘unica risposta che si può dare a una persona disinformata sono le carte, i fatti. Non so se lo faccia per ignoranza o per malafede. Non ci sono alternative. A fronte di affermazioni che lui non può documentare, io posso invece documentare che il Dicastero che presiedo paga”.
Monsignor Galatino spiega, anche, nello specifico, cosa la Chiesa abbia pagato: “Nel 2020 l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica ha pagato 5,95 milioni di euro per l’Imu e 2,88 milioni di euro per l’Ires. A queste vanno aggiunte le imposte pagate da Governatorato, Propaganda Fide, Vicariato di Roma, Conferenza Episcopale italiana e singoli enti religiosi. Nel 2019 abbiamo pagato oltre 9 milioni e 300 mila euro. Ed è tutto documentato!”.
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ROSALIA GIGLIANO
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