Il ministro della Salute punta a legalizzare l’eutanasia in questo tempo di agosto ma arriva secca la reazione della Santa Sede.
“Oltre 500.000 persone hanno firmato il Referendum Eutanasia Legale! Un grande grazie a chi sta realizzando questa impresa”, esulta il radicale Marco Cappato. “Andiamo avanti per mettere il risultato al sicuro da errori e ostacoli, verso le 750.000 firme”, sostiene nella sua propaganda.
La Santa Sede alza la voce contro l’eutanasia
Subito però la Santa Sede, e non solo, ha fatto sentire la sentire la sua voce attraverso le parole del presidente Pontificia Accademia per la Vita, monsignor Vincenzo Paglia. “La mia preoccupazione è davvero profonda perché si sta man mano incuneando nella sensibilità della maggioranza una concezione vitalistica della vita, una concezione giovanilistica e salutistica in base alla quale tutto ciò che non corrisponde ad un certo benessere e ad una certa concezione di salute viene espulso“, ha dichiarato Paglia a Vatican News.
Il prelato ha messo in guardia da un incubo che si vuole implementare. “C’è la tentazione di una nuova forma di eugenetica: chi non nasce sano, non deve nascere. E insieme con questo c’è una nuova concezione salutistica per la quale chi è nato e non è sano, deve morire. È l’eutanasia”, ha spiegato, sottolineando che si tratta di “una pericolosa insinuazione che avvelena la cultura”.
Le dichiarazioni in seguito allo sconcertante appello di Speranza
“In questo senso, è indispensabile che la Chiesa ricordi a tutti che la fragilità, la debolezza, è parte costitutiva della natura umana e dell’intero creato. E questo richiede che sia urgente un nuovo rapporto di fraternità tra tutti. La debolezza chiede l’urgenza della fraternità perché è nella fraternità che ci si prende cura gli uni degli altri. È nella fraternità che ci si sorregge. È nella fraternità – ricordiamo l’enciclica “Fratelli tutti” – che possiamo delineare un futuro più umano per tutti”.
Le dichiarazioni del religioso arrivano in particolare dopo che il ministro della Salute Roberto Speranza aveva lanciato un appello sconcertante alle Asl, affinché garantiscano il suicidio assistito. Lasciando letteralmente interdetto una buona parte del mondo politico.
Le parole della senatrice cattolica Paola Binetti
La senatrice cattolica Paola Binetti ha offerto una dura risposta a Speranza dicendosi incredula del fatto “che, in un momento in cui noi stiamo lottando per salvare la vita alla gente, Speranza scriva alle Asl per facilitare la morte di persone che si trovano in condizioni critiche e che probabilmente avrebbero diritto ad avere ben altri aiuti”. Binetti spiega, al contrario, che si dovrebbe guardare alla terribile carenza di cure palliative e di assistenza domiciliare che ha caratterizzato questo periodo di lockdown, scagliandosi contro “chi vuole liberalizzare l’eutanasia ad ogni costo, rendendola accessibile a tutti senza vincoli di alcun tipo; sulla sola base dell’autodeterminazione del soggetto”.
“Per comprendere l’uso e l’abuso che si può fare di una tale norma, basta guardare ciò che accade in Olanda, in Belgio e nei Paesi in cui la legge è stata già approvata da alcuni anni. Potrebbe aiutare a capire la prudenza del Parlamento”, ha spiegato la senatrice, mettendo in luce una piaga di cui purtroppo nessuno parla.
Mentre si lavora contro il Covid per il vaccino si punta a uccidere?
“Moltissimi sono i pazienti con Alzheimer per cui un qualche parente reclama il diritto alla morte; analogamente molti pazienti depressi hanno chiesto di poter morire e sono stati accontentati. Sono morti anche adolescenti con anoressia o bambini con tumori. Per tutti loro la morte è arrivata on demand di qualcuno che ha preteso a nome loro che la morte venisse concessa in offerta speciale. Eppure, all’inizio si trattava di casi singoli, di gente totalmente consapevole che voleva por fine alle sue sofferenze. Ma si è aperta una valanga di richieste, tutte regolarmente soddisfatte. Basta vedere i numeri”.
Mentre al contrario, “per Speranza – ministro della Salute! – i dipendenti di una Asl possano aiutare le persone che lo chiedono a morire, a suicidarsi, senza essere successivamente sottoposte a un procedimento penale”, continua la senatrice. “Il ministro non chiede alle Asl di verificare se queste stesse persone hanno potuto usufruire delle cure palliative nella necessaria quantità e qualità, come dice la legge 38 e come ribadisce la sentenza della Corte Costituzionale. Non chiede se qualcuno gli ha proposto una terapia contro il dolore, improntata agli ultimi canoni di efficacia – efficienza”.
Il ministro chiude gli occhi contro le difficoltà di cura in pandemia
Al contrario, Speranza “dà per scontato che la persona in questione sia affetta da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche intollerabili. Propone di facilitare loro la morte, in nome di un inesistente diritto a morire. Ennesimo diritto individuale spuntato dal cilindro di un qualche ministro fantasioso. Diagnosi e terapia sono accantonate davanti al pressing mediatico con cui il prossimo referendum sull’eutanasia si va facendo strada”.
Tutto questo senza contare che “il ministro non fa riferimento al fatto che in tempo di pandemia c’è stato un oggettivo processo di rallentamento nella presa in carico di tutti i pazienti non-Covid, soprattutto nelle Rsa, negli hospice, nell’assistenza domiciliare, ecc. A questi malati, a cui sono state centellinate le cure, ora si permette di morire, senza offrire alternative, sulla base di una richiesta che indica solo la grande spossatezza generale con cui questo paziente vuole smettere di lottare. Spesso perché si sente solo e abbandonato dal Ssn”.
Il problema paradossale: non si offrono cure e si introduce l’eutanasia
Insomma, il problema è a dir poco paradossale. “D’altra parte, e giustamente, il ministro vorrebbe vaccinare tutti per garantire la loro vita e quella di chi sta loro vicino: in mancanza di una norma vincolante, ricorre a tutti i mezzi possibili per motivare, persuadere, convincere e non si ferma davanti ad un primo No. Si spinge oltre, offre soluzioni, facilita la campagna vaccinale in tutti i modi, arriva perfino a condizionare sottilmente le persone che non vogliono vaccinarsi, ponendo un sistema di vincoli difficili da aggirare”.
Non bastasse, “denuncia chi ha un pass falso e rende possibile scaricare i pass in ogni farmacia, perché nessuno abbia a dire che pur essendo vaccinato ne è privo per non essere riuscito a scaricarlo. Fa di tutto a difesa della vita attraverso i vaccini; ma poi accetta di far morire le persone senza aver lottato fino alla fine per offrire loro tutto ciò ci cui avevano bisogno e che la legge prevede”.
Un evidente contraddizione che rende il tutto ancora più oscuro
Un’evidente contraddizione che rende il tutto ancora più oscuro. “Ora è un paradosso che, invece di rimediare a tali mancanze, si dica sbrigativamente: ‘Datevi una mano a morire’ per rispettare la volontà dei malati terminali. Ma la loro volontà diventa tale dopo anni e mesi di abbandono e trascuratezza. Quando si sono ammalati, morire non era sicuramente la loro volontà”.
Oltre a Paola Binetti, però, sono molte le voci che si sono alzate contro l’assurdità del ministro Speranza. Tra questi, il leghista Simone Pillon, che ha affermato: “Credo che in questo periodo in cui la morte l’ha fatta da padrona dovremmo parlare d’altro e cercare di garantire a tutti gli italiani una terapia assistita e non un suicidio assistito. È un mondo al contrario”.
La rabbia anche della politica contro l’uscita impropria del ministro
Poi il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, che ha spiegato al Giornale: “Sono contrario alle iniziative di Speranza, nate sotto forma di circolari che possono aprire la strada a forme di suicidio assistito. Ma sono contrario a Speranza in quanto tale perché lo ritengo nefasto, incapace e inadeguato tanto che, quando fu la mozione di sfiducia nei suoi confronti, io non partecipai alla votazione perché non potevo aiutarlo a restare al governo”.
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Oppure il senatore di Fratelli d’Italia Lucio Malan ha puntato il dito, in questo caso, contro la Corte Costituzionale “che ha ormai deciso di sostituire il Parlamento nella funzione legislativa attribuendogli appena appena il ruolo di ufficio legislativo per redigere un testo il cui contenuto essa ha già deciso. E questo è grave”.
“Andremo a combattere fisicamente contro il suicidio di Stato”
Anche Mario Adinolfi, leader del Popolo della Famiglia, ha attaccato Speranza: “Non si possono scaricare certe responsabilità sulle Asl rispetto a un tema enorme come la vita e la morte di una persona prescindendo da un quadro normativo preciso”. Adinolfi ha continuato spiegando che “questo è il tipico comportamento da scaricabarile di Speranza in questi anni. Una tale decisione deve essere presa a livello parlamentare, non con una decisione presa dai manager della Asl e noi del Popolo della Famiglia andremo a combattere fisicamente contro il suicidio di Stato perché non saremo mai complici della morte”.
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Il magistrato ed ex sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano ha invece ricordato che l’abitudine di Speranza ad approfittare delle ferie estive per imporre le sue uscite ideologiche non è nuova. “Lo scorso anno un atto proveniente dal suo ministero autorizzò la vendita della pillola del giorno dopo alle minorenni senza ricetta del medico. Quest’anno siamo saliti di livello perché siamo all’esortazione alle Asl di prestare assistenza per il suicidio assistito”.
Sgomento di giuristi e attivisti per parole che scavalcano il Parlamento
Il giurista è sgomento di quanto chiesto da Speranza alle Asl, di agire cioè ugualmente, anche in assenza di una legge e mentre il Parlamento sta ancora dibattendo proprio su questo tema. “Il riferimento alla sentenza della Corte Costituzionale riguarda una decisione che stabilisce delle cause di non punibilità per il reato di istigazione di aiuto al suicidio. Stiamo parlando di codice penale e, quindi, se non c’è una norma di legge che limita la portata di un’altra norma di legge, certamente non può decidere una Asl, sia pure sollecitata dal ministro”.
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Da ultima, anche l’attivista di Provita e famiglia Maria Rachele Ruiu attacca con parole molto dure che fotografano bene però il triste dramma: “È inaccettabile che il Ministro della Salute Speranza faccia pressione sulle ASL affinché i medici si comportino come i Ministri dell’Eutanasia di cui ha scritto George Orwell in 1984. Siamo al completo ribaltamento della vocazione e della professione medica, che è quella di favorire sempre la vita e mai la morte”.
Giovanni Bernardi