Ricorda e cammina. Se recuperi la gioia e lo stupore andrai avanti e risorgerai. È l’esortazione che rivolge a tutti Papa Francesco nella Veglia Pasquale.
Il Dio vicino ti ama più di ogni altro. C’è stato un momento in cui lo hai incontrato e ti sei innamorato. Ricorda la gioia del primo incontro, ritrova l’emozione e lo stupore del primo amore per risorgere con Lui.
Stanotte come i discepoli anche noi siamo invitati a tornare in Galilea, luogo del primo incontro
Quattro parti per la “madre di tutte le Veglie”
Suggestiva la Basilica di San Pietro completamente al buio, il Santo Padre incede in sedia a rotelle, raggiunge il fondo della Basilica, dove è posto un dipinto di Cristo Risorto. Qui inizia la “più nobile di tutte le Veglie”. Quattro le parti che la scandiscono: il lucernario, la liturgia della Parola, quella Battesimale e infine la Liturgia Eucaristica. La benedizione del fuoco e la preparazione del Cero Pasquale, simbolo di Cristo luce del mondo danno l’avvio alla celebrazione. Segue la proclamazione delle letture dell’Antico Testamento, e relativi Salmi, un’Epistola di San Paolo e il Vangelo della resurrezione ripercorrono le tappe della Storia della Salvezza dalla creazione al culmine che è la passione, morte e resurrezione del Cristo. La liturgia Battesimale vede Papa Francesco amministrare il Sacramento ad 8 adulti, tra cui una donna italiana. Per antica tradizione in questa notte sono celebrati i battesimi sia per sottolineare il legame tra questo sacramento e la morte e resurrezione di Cristo sia per adempiere al mandato che Gesù in persona ha affidato alla sua Chiesa. Infine l’Eucarestia che è il modo scelto da Gesù per essere sempre presente in noi e per noi.
Ritornare alle origini per guardare con gioia al futuro
Il Santo Padre commenta il brano del Vangelo. La notte sta per finire, sono le prime luci dell’alba. Le donne vanno verso il sepolcro. Addolorate, confuse, smarrite trovano il sepolcro vuoto. Intraprendono la gioiosa corsa verso i discepoli per annunziare loro che Gesù è risorto ed ha dato loro appuntamento in Galilea. Come i Discepoli anche noi dobbiamo andare dalla tomba alla Galilea. Dalla tomba delle nostre delusioni, delle nostre cadute, del nostro dolore, tristezza e amarezza. Andare in Galilea significa uscire da nascondimento per aprirsi alla missione, ma anche ritornare alle origini, dove tutto è iniziato, alla grazia originaria, riacquistare la memoria che rigenera la speranza. La Pasqua del Signore ci spinge a guardare con fiducia al futuro ma tornando al luogo della prima chiamata, al luogo dove personalmente ho incontrato il Signore e mi sono lasciato sedurre da Lui. Ciascuno di noi conosce la propria Galilea interiore, occorre solo ricordarla e ravvivarla.
Se hai dimenticato quel primo amore hai sperimentato la tristezza. Pasqua è rotolare la pietra della sfiducia e della delusione. È ritornare a Lui, alla sua grazia. In Galilea Gesù aspetta ciascuno di noi, al luogo del primo amore. Se ci andiamo risorgeremo a vita nuova.