Vescovo e martire, San Policarpo è una grande figura di cristiano nel periodo tra il I e il II secolo e discepolo di San Giovanni evangelista.
Sono sostanzialmente tre gli elementi che spiccano nella vita di San Policarpo: era vescovo di Smirne, amico dell’evangelista Giovanni e muore martire per la fede in modo davvero eroico ed esemplare. Il Martirologio romano lo considera esplicitamente come “ultimo testimone dell’epoca apostolica“. La sua vita si colloca infatti tra la fine del I secolo e l’inizio del II.
Era nato a Smirne intorno all’anno 69 e di questa città da una famiglia cristiana. A contatto con gli apostoli apprende le verità evangeliche e diventa discepolo di San Giovanni evangelista. A raccontare di lui sono Sant’Ireneo di Lione che era suo discepolo e lo storico Eusebio di Cesarea.
Questo, nella sua opera Historia Ecclesiastica racconta di San Policarpo che “non solo fu educato dagli Apostoli e visse con molti di quelli che avevano visto il Signore; ma fu anche dagli Apostoli stabilito nell’Asia come vescovo della Chiesa di Smirne“. le informazioni sul suo martirio invece vengono attestate principalmente dal Martyrium Polycarpi di Marciano, che era stato testimone oculare della sua morte cruenta.
L’amicizia con Sant’Ignazio di Antiochia
Nel 107 Policarpo incontra Ignazio di Antiochia di passaggio a Smirne e lo accoglie nel suo episcopato. Il collega vescovo scrive quattro lettere ai fedeli di Smirne e a Policarpo stesso in cui lo descrive come un buon pastore e e un combattente per il Signore. In queste lettere incarica Policarpo di trasmettere alla chiesa di Antiochia il suo ricordo.
I filippesi gli chiedono di raccogliere tutti gli scritti di Ignazio e lui lo fa esortandoli a servire con santo timore Dio e ad avere sempre la speranza nella resurrezione. Nella Lettera ai filippesi che invece lui scrive ci sono molte informazioni circa i dogmi sul Credo si cui si dibatteva all’epoca. Il vescovo Policarpo si impegnò nella difesa della retta fede e ricondusse alla Chiesa molti cristiani che erano stati sviati dall’eretico Marcione che sosteneva l’eresia docetista.
Il martirio in tarda età
Dopo aver trascorso gran parte della sua vita nella sua attività episcopale, anche a Smirne scoppiarono le persecuzioni ai cristiani. Sotto l’imperatore Antonino Pio accadde l’arresto di Policarpo. Tutti lo invitavano a fuggire per non essere arrestato ma lui volle rimanere nella sua Smirne. Il proconsole Quadrato durante il processo cercava di convincerlo ad abiurare, e per farlo lo invitava a considerare la sua età avanzata. Infatti aveva 86 anni.
Ma Policarpo, saldo nella fede rispose con fermezza “Da ottantasei anni lo servo, e non mi ha fatto alcun male. Come potrei bestemmiare il mio re che mi ha salvato? Sentilo chiaramente. Io sono cristiano“. Ribadì tenacemente la sua professione di fede e fu condannato al rogo. Si narra che Policarpo accettò il martirio fieramente e si arrampicò da solo sulla catasta pronta per il rogo. Quando fu sul luogo del martirio sembra che udì una voce che gli diceva “Forza Policarpo, sii forte“.
Mentre si apprestava a morire lodava Dio con queste parole : “Signore, io ti benedico perché mi hai reso degno di questo giorno e di questa ora per prendere parte nel numero dei martiri al calice del tuo Cristo, per la risurrezione alla vita eterna dell’anima e del corpo“.
Non volle neppure che lo legassero, certo che non sarebbe fuggito davanti alla sofferenza per amore di Gesù Cristo. Ma non morirà arso dalle fiamme, perché miracolosamente si spargerà intorno un profumo di incenso e il fuoco non riuscirà a toccarlo. Verrà poi ucciso con la spada. Era il 23 febbraio del 155 intorno alle 2 di pomeriggio, così come viene raccontato dal testimone oculare Marciano.