La figura della Vergine Maria, Madre senza peccato, ha assunto, a partire dal Medioevo, un ruolo di primaria importanza: la presentazione del culto mariano ha una storia ricchissima, soprattutto in quell’epoca.
Non si potrebbe parlare di questa bellissima e interessantissima storia se non si decide di interpellare uno degli storici più importanti del secolo scorso, Jacques Le Goff. Grazie ai suoi studi e alle sue pubblicazioni, molto è stato chiarito in merito alla figura di molti Santi e di molte figure della storia ecclesiastica. Esperto di Storia Medievale, lo storico ha contribuito a stilare una storia del culto mariano, che ha avuto un’impennata notevole a seguito del Concilio di Efeso (il cui approfondimento può essere letto cliccando il link a fine articolo). Ebbene, proprio a partire da quella data, il 431, il culto nei confronti della Vergine Maria, conobbe una storia particolare, soprattutto in Occidente.
Come ci ricorda lo storico, non si parla molto della Vergine Madre nei Vangeli. Il suo culto, infatti, si è sviluppato dopo la diffusione del cristianesimo. Nello specifico, il culto mariano, si è sviluppato dapprima in Oriente, proprio a seguito del Concilio di Efeso, avvenuto nel 431, che attestò in maniera definitiva che Maria è Theotokos, ovvero Madre di Dio. In Occidente, il culto della Vergine si è iniziato a sviluppare e ad affermare in epoca carolingia, dunque verso la fine dell’VIII secolo.
Da quel momento, dopo un’attenta analisi della sua figura e del rapporto con il Gesù terreno, si inizia a pensare e a percepire la Vergine in maniera più completa. Un esempio? Maria inizia in quel periodo a essere invocata dai fedeli, così come tutti gli altri Santi, ma con una differenza sostanziale. Questi ultimi sono, “in generale, più o meno specializzati in in forme particolari di potere miracoloso, la Vergine può tutto in materia di miracoli. È una Santa totale” (J. Le Goff, Uomini e donne del Medioevo).
Esiste, per l’appunto, una qualità della Vergine Madre che mai è stata messa in dubbio: Maria ha messo al mondo Gesù, il Cristo, l’Unto e lo ha fatto senza essere macchiata da “accoppiamento umano”. Proprio sotto questo aspetto, sottolinea lo storico, nel corso del Medioevo, Maria assume un ruolo di gran lunga importante. Il suo ruolo è quello di “una sorta di anti Eva, la redenzione della donna responsabile del peccato originale”.
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Passiamo ora ad accennare, in questa sede, le modalità attraverso cui tale culto, nel corso dei secoli successivi, seppur inseriti ancora nell’ambito della storia medievale, si è sviluppato. La promozione del culto si è manifestata attraverso le lodi, le parole dell’Ave Maria, i canti religiosi, le preghiere e gli uffici. Chi sono i principali autori dei sermoni dedicati alla Vergine? Le Goff risponde in maniera chiara. Parliamo di Fulberto di Chartres, morto nel 1008, Odilone di Cluny, morto nel 1048 e Pier Damiani, morto nel 1072. A partire dall’XI secolo, vennero composti l’Alma Redemptoris Mater, antifona finale dell’ufficio dedicato alla Vergine e, in particolar modo, il Salve Regina, che diventerà poi un canto cristiano importantissimo.
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Fabio Amicosante
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