Cartelloni scandalosi pro-aborto apparsi in Texas, negli Stati Uniti. A promuoverli, nientemeno che il Satanic Temple, e la frase impressa è: “gli aborti salvano vite!”.
Gli inaccettabili cartelloni bianchi e neri con la scritta “Abortions save lives!” sono apparsi nel comune texano di Rosenberg, trentamila abitanti nell’area metropolitana di Houston.
Una affermazione, oltre che vergognosa, del tutto falsa. L’aborto è l’uccisione del nascituro, la cui pratica espone inoltre la donna a terribili rischi, come spiegano molti studi internazionali. Il Journal of Obstetrics and Gynecology, come ha infatti riportato lanuovabq.it, rileva una mortalità quasi tre volte superiore per le donna che abortiscono rispetto a quelle che partoriscono.
Il problema però è che dei rischi legati all’assunzione della pillola abortiva Ru 486 non se ne parla praticamente per niente. Gli unici a farlo sono i membri dell’Associazione ProVita&Famiglia, che notoriamente vengono invitati per affrontare l’argomento solamente da un punto di vista vergognosamente ideologico. Aborto sì, aborto no, liberta di scelta o meno.
Ma i rischi, che non sono un’ideologia ma un fatto e ben conclamato, sono del tutto messi in disparte, nascosti. La drammaticità della condizione di tante donne che abortiscono è totalmente rimossa. Sarebbe questa la libertà difesa della donna?
Satanic Temple è una organizzazione religiosa satanista cui fanno riferimento migliaia di persone sparse in oltre 20 Stati americani, Canada e Regno Unito. Il loro obiettivo dichiarato sarebbe quello di “sensibilizzare” quante si riconoscono vicine alle istanze del Satanic Temple affinché, se intenzionate ad abortire, evitino i periodi di attesa obbligatori. Oltre che le altre disposizioni legate a una presunta violazione dell’autodeterminazione della donna.
Un invito nero su bianco, in pratica, ad “abortire per salvare vite”. Una tesi, potremmo dire, che offende l’intelligenza e il buonsenso comuni. “Le complicazioni della gravidanza sono la sesta causa di morte più comune tra le donne dai 20 ai 34 anni”, affermando qualcosa di totalmente falso.
Lo studio sopra citato, in cui sono state coinvolte donne finlandesi dai 15 ai 49 anni dal 1987 al 2000 ha mostrato che il il tasso di mortalità associato all’aborto sia quasi tre volte più elevato rispetto a quello della gravidanza portata al suo termine naturale.
Iniziative di questo genere inoltre, purtroppo, erano già state realizzate in altre città come Dallas e Miami, e proseguono tristemente dal 2014. Insomma, da anni prosegue una vergognosa campagna di menzogna pubblica, come quella in cui si spiega che uccidere, con l’aborto, salverebbe vite. Un cortocircuito logico a cui si potrebbe abboccare solamente con il lavaggio del cervello.
Giovanni Bernardi
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