Per la nostra cultura è prassi considerare Gesù “Il figlio di Dio”, il Messia promesso nella Bibbia al popolo d’Israele, colui che era stato annunciato per portare la salvezza al suo popolo e per condividere il messaggio di Dio alle sue creature predilette. Ma all’epoca della venuta di Gesù che significato avevano questi epiteti? Qual era il significato originario della parola Messia, quale quello della parola Cristo?
Per rispondere a questi quesiti prendiamo spunto dalle parole di Padre Angelo in risposta ai medesimi quesiti posti a lui da un fedele. La spiegazione del sacerdote parte proprio dal termine Messia e della sua etimologia ebraica, egli spiega come questa parola significava letteralmente “Unto” e stata ad indicare colui che era stato unto dal Signore per compiere un compito importante. Stando a questa definizione Il messia era l’unto per eccellenza poiché aveva il compito più difficile di tutti.
Secondo le profezie, il tanto atteso Messia sarebbe stato l’incarnazione di Dio, suo figlio, e sarebbe stato il più importante profeta della sua religione, colui che avrebbe portato un codice di comportamento adeguato alla beatitudine e che avrebbe redento il suo popolo dal peccato originale. Per quanto riguarda il termine “Cristo” esso è semplicemente la traduzione in Greco dell’ebraico “Messia”, del fatto che Gesù sia il Cristo, inteso come il Messia, abbiamo svariate testimonianze nei vangeli: nello scritto di Luca si legge: “Oggi vi è nato nella città di Davide un Salvatore che è il Cristo (Messia) Signore”, in un altro passo viene spiegato che Gesù è Cristo (o il messia) perché frutto dello Spirito Santo.
Per quanto riguarda la dicitura “Figlio di Dio”, Padre Angelo fa presente che tutti noi siamo figli di Dio, così come ogni creatura vivente, perché creati dalla sua volontà e nel caso dell’essere umano creato a sua immagine e somiglianza (l’epiteto Figlio di Dio vale anche per tutte le creature celesti). Ma se tutti noi siamo figli di Dio, la differenza (almeno dal punto di vista semantico) è creata dall’articolo utilizzato: Gesù, nelle Sacre Scritture, è indicato come “Il figlio di Dio” e non come “Un figlio di Dio”.
Questa minima differenza grammaticale crea un ampia differenza di significato, per “Il figlio di Dio” s’intende colui che viene creato puro e rappresenta Dio nella sua forma umana. In Giovanni si legge anche che Gesù si definisce: “Il Figlio unigenito di Dio (Gv 3,16) e con tale titolo afferma che egli esiste da tutta l’eternità, ben prima della sua incarnazione”.
Gesù si definisce anche “Figlio dell’Uomo”, ma in che senso lo dice? Tutto si collega alla previsione di Daniele (Profeta Ebraico) che dice:”Uno, simile ad un “figlio di uomo”, che “appare sulle nubi del cielo” (Dan 7,13) e quindi di origini celesti “al quale Dio “diede potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano; il suo potere è un potere eterno, che non tramonta mai, e il suo regno è tale che non sarà mai distrutto”. Allo stesso modo si definisce più volte Gesù, probabilmente riferendosi alla sua natura umana, fatta di carne e sangue.
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